Siro Morello
06-01-2008, 16:01
BASSA PADOVANA L’allarme lanciato dal presidente del Consorzio di bonifica "Euganeo": l’anno scorso precipitazioni dimezzate
Piogge insufficienti, la terra soffre la sete
Prolungata la campagna di irrigazione. «È necessario affrontare in modo serio l’organizzazione delle risorse idriche»
Bassa Padovana
Per vedere gli effetti dei cambiamenti climatici mondiali non serve sobbarcarsi lunghe trasferte in giro per il mondo, alla ricerca di nuovi deserti o di iceberg in via di estinzione. Basta dare un'occhiata ai dati, a dir poco allarmanti, che la meteorologia moderna rileva nella provincia: nel 2007 la Bassa Padovana è stata la zona più secca di tutto il Veneto, con soli 350 millimetri di pioggia caduti nell'arco dei 12 mesi. Il dato in sé non dice molto, ma se viene messo a confronto con i 750 millimetri registrati mediamente negli ultimi anni, la faccenda si fa molto seria. A dare l'allarme è il presidente del consorzio di bonifica Euganeo, Paolo Vigato. Basta dare una scorsa ai tabulati emessi dalle stazioni meteo della zona per avere conferma di un fenomeno nuovo e sconcertante. I rilevatori, ad esempio, segnalano che le località in cui si è raggiunta la temperatura massima nella regione sono, rispettivamente con 38.9 e 38,8 gradi, Urbana e Bresega di Ponso, proprio al centro del bacino gestito dal consorzio. «Siamo di fronte ad una situazione gravissima e mai vista prima avverte Vigato la Bassa si sta trasformando in una zona tipicamente semiarida e ormai, secondo le tabelle, nei mesi autunnali e invernali non piove più». L'impatto sull'economia agricola dell'area, però, è stato molto basso e i danni sono stati limitati dalla possibilità di attingere grandi quantità d'acqua a scopo irriguo dal Leb, il famoso tubo che convoglia dall'Adige il volume necessario al sostentamento delle molte aziende agricole del comprensorio. Basterebbe un periodo di secca o un qualsiasi problema tecnico per trasformare, con la chiusura del canale lessino, tutta la fascia a sud dei Colli in un deserto di terra riarsa dal sole. «Già l'anno scorso continua Vigato l'irrigazione è stata anticipata di quasi un mese e si è partiti a marzo con la fornitura d'acqua, mentre solitamente le aziende iniziavano ad aprile. La campagna d'irrigazione è stata poi prolungata, a causa della scarsità di precipitazioni, fino a metà novembre. Un mese più tardi sottolinea il presidente dell'Euganeo rispetto al solito». L'assenza di pioggia ha creato grandi problemi sul piano ambientale, perché molti corsi d'acqua sono rimasti in secca e le morie di pesci ormai non si contano più, soprattutto negli scoli della megliadina e a ridosso del rodigino. Le falde, purtroppo, si sono ritirate ad un livello mai visto prima ed attualmente sono molto basse, tanto da creare un effetto spugna capace di risucchiare immediatamente le poche gocce di pioggia cadute negli ultimi tempi e le varie forniture dai canali di competenza del consorzio. «Ci troviamo di fronte ad un cambiamento climatico chiosa Vigato che ci costringerà ad affrontare finalmente in modo serio l'organizzazione delle risorse idriche del territorio. Da tempo stiamo portando avanti il progetto del piano idrico, che dovrà essere adottato da tutti gli enti per una razionalizzazione delle risorse». Rimangono comunque misteriose le cause di questo improvviso e forte calo nel dato pluviometrico, che lascia interdetti anche gli esperti del settore.
Ferdinando Garavello
Un altro favoloso tassello nell'avventura di MeteoVeneto:apll
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Prolungata la campagna di irrigazione. «È necessario affrontare in modo serio l’organizzazione delle risorse idriche»
Bassa Padovana
Per vedere gli effetti dei cambiamenti climatici mondiali non serve sobbarcarsi lunghe trasferte in giro per il mondo, alla ricerca di nuovi deserti o di iceberg in via di estinzione. Basta dare un'occhiata ai dati, a dir poco allarmanti, che la meteorologia moderna rileva nella provincia: nel 2007 la Bassa Padovana è stata la zona più secca di tutto il Veneto, con soli 350 millimetri di pioggia caduti nell'arco dei 12 mesi. Il dato in sé non dice molto, ma se viene messo a confronto con i 750 millimetri registrati mediamente negli ultimi anni, la faccenda si fa molto seria. A dare l'allarme è il presidente del consorzio di bonifica Euganeo, Paolo Vigato. Basta dare una scorsa ai tabulati emessi dalle stazioni meteo della zona per avere conferma di un fenomeno nuovo e sconcertante. I rilevatori, ad esempio, segnalano che le località in cui si è raggiunta la temperatura massima nella regione sono, rispettivamente con 38.9 e 38,8 gradi, Urbana e Bresega di Ponso, proprio al centro del bacino gestito dal consorzio. «Siamo di fronte ad una situazione gravissima e mai vista prima avverte Vigato la Bassa si sta trasformando in una zona tipicamente semiarida e ormai, secondo le tabelle, nei mesi autunnali e invernali non piove più». L'impatto sull'economia agricola dell'area, però, è stato molto basso e i danni sono stati limitati dalla possibilità di attingere grandi quantità d'acqua a scopo irriguo dal Leb, il famoso tubo che convoglia dall'Adige il volume necessario al sostentamento delle molte aziende agricole del comprensorio. Basterebbe un periodo di secca o un qualsiasi problema tecnico per trasformare, con la chiusura del canale lessino, tutta la fascia a sud dei Colli in un deserto di terra riarsa dal sole. «Già l'anno scorso continua Vigato l'irrigazione è stata anticipata di quasi un mese e si è partiti a marzo con la fornitura d'acqua, mentre solitamente le aziende iniziavano ad aprile. La campagna d'irrigazione è stata poi prolungata, a causa della scarsità di precipitazioni, fino a metà novembre. Un mese più tardi sottolinea il presidente dell'Euganeo rispetto al solito». L'assenza di pioggia ha creato grandi problemi sul piano ambientale, perché molti corsi d'acqua sono rimasti in secca e le morie di pesci ormai non si contano più, soprattutto negli scoli della megliadina e a ridosso del rodigino. Le falde, purtroppo, si sono ritirate ad un livello mai visto prima ed attualmente sono molto basse, tanto da creare un effetto spugna capace di risucchiare immediatamente le poche gocce di pioggia cadute negli ultimi tempi e le varie forniture dai canali di competenza del consorzio. «Ci troviamo di fronte ad un cambiamento climatico chiosa Vigato che ci costringerà ad affrontare finalmente in modo serio l'organizzazione delle risorse idriche del territorio. Da tempo stiamo portando avanti il progetto del piano idrico, che dovrà essere adottato da tutti gli enti per una razionalizzazione delle risorse». Rimangono comunque misteriose le cause di questo improvviso e forte calo nel dato pluviometrico, che lascia interdetti anche gli esperti del settore.
Ferdinando Garavello
Un altro favoloso tassello nell'avventura di MeteoVeneto:apll