Simone
22-01-2007, 01:08
ha scritto questo splendido post sul forum di MNW!
Dato che lo conosco un pò di persona mi permetto di riportarlo qui alla vostra attenzione:
"L’imprevedibilità dell’aria fredda farà il suo gioco. Mai come adesso. <hr style="color: rgb(202, 207, 210);" size="1"> <!-- / icon and title --> <!-- message --> Le proiezioni a 60 ore emesse dai principali modelli di calcolo inquadrano, tra mercoledì e giovedì prossimi, una situazione che potrebbe rivelarsi marcatamente instabile e perturbata su buona parte del Paese, a causa della genesi di una profonda circolazione depressionaria, probabilmente ad occhiale, che vedrà il Nord Italia quale principale destinatario di una irruzione fredda che possiamo definire normalmente intensa e potenzialmente produttiva in termini di nevicate che potrebbero raggiungere anche molte zone di pianura, in particolare sul Nord Italia. A mio giudizio, però, questa volta saremo di fronte ad una imprevedibilità maggiore nell’inquadrare l’esatta dinamica di un peggioramento che dovrebbe annunciarsi consistente. Infatti, oltre a non conoscere, per il momento, l’esatta collocazione dei minimi al suolo e a lasciare un margine più o meno ampio sugli effetti che si origineranno dall’ingresso dell’aria fredda dalla Valle del Rodano (già per sua natura altamente instabile), questa volta dobbiamo aggiungere anche una percentuale di imprevedibilità legata anche agli effetti che si origineranno a causa del contrasto, troppo marcato, tra due masse d’aria completamente diverse che si incontreranno sul Mediterraneo di cui quella calda, persistente da diversi mesi sul bacino del Mediterraneo, è legata ad una dinamica circolatoria risultata assai stabile e duratura e quindi, mai come ora, potenzialmente esplosiva.
Quindi, ad un’evoluzione classica di irruzione dal Rodano che sarà accompagnata da un’evoluzione standard, si accompagnerà anche una dinamica che oserei dire quasi sconosciuta, più tipica di una fase tardo estiva e legata principalmente all’elevato gradiente termico che deriverà dal contrasto e che costituirà quel surplus in più per la genesi del minimo al suolo e dei suoi fenomeni annessi e connessi. Se, infatti, i modelli confermeranno il crollo termico in quota, molto probabilmente ci troviamo di fronte ad un peggioramento di puro stampo invernale che potrebbe nascondere un fattore incognito legato proprio al concetto del cambiamento climatico. Quante volte, infatti, ho detto che il surriscaldamento non va interpretato in modo unilaterale ma ripartito tra eventi di caldo ed eventi di freddo? In questa settimana, a mio giudizio, avremo modo di sperimentare anche questo. Perché se è vero che l’arrivo di una -5/-6 sul Centro Italia non dovrebbe fare notizia in una normale stagione invernale, ciò che cambia questa volta è il contorno in cui questa isoterma si inserisce. Un contorno assai diverso rispetto a quello degli ultimi inverni. La situazione di partenza, infatti, la conosciamo tutti: parla di imperterrite anomalie positive che, con la seconda decade di questo mese, hanno raggiunto l’apice.
E quando, in 48 ore, è atteso a 850 hPa un crollo di almeno 15 °C, come si evince dalle isoterme tracciate sull’Italia Centrale (da +10°C a -5 °C) non si può non pensare agli effetti che causerà un salto così brusco del tutto paragonabile ad un’irruzione fresca tardo estiva (è la stessa identica cosa che passare da una +18 °C a una +3 °C in pieno agosto). In inverno, alle nostre latitudini, dovrebbero essere isoliti sbalzi del genere, in quanto non è anomalo l’ingresso di un’isoterma negativa di questo valore ma, come ho detto, è anomala la situazione di partenza. Non credo, quindi, che i modelli abbiano attualmente una vista talmente acuta da rilevare anche questo particolare di fondamentale importanza per valutare gli impatti dell’irruzione fredda in arrivo.
Se infatti scomodiamo un attimo la termodinamica, scopriamo che una bassa pressione può essere benissimo paragonata ad una macchina termica che scambia calore tra due sorgenti a diverse temperature: una calda e una fredda. Se il rendimento della macchina termica è direttamente proporzionale al gradiente di temperatura tra le due sorgenti entro le quali la macchina lavora, appare subito chiaro che questa volta, avendo a disposizione un salto quantificabile in almeno 15 °C, la depressione sarà più efficiente rispetto a quanto potrebbe accadere con un salto di 9-10 °C, tipico di un’irruzione fredda dal Rodano in situazioni iniziali non anomali. I 5 o 6 °C, sempre in termini di gradiente, che ci saranno in più rispetto ad una situazione standard non coincidente con quella attuale di partenza rappresentano quindi quell’imprevedibilità che dovrà mettersi in gioco e che si somma alle altre incertezze legate a questo tipo di dinamica circolatoria. Sicuramente, il calore legato a questo “surplus di gradiente termico” si consumerà nell’attivare fenomenologie temporalesche più intense della norma (per la stagione in essere) e quindi per accelerare la discesa ed il rovesciamento dell’aria fredda dalle alte quote verso il basso. Quindi, in conclusione, il fatto che si parta da una situazione anomala vissuta fino ad oggi con tanto… disprezzo, costituirà probabilmente quella marcia in più che permetterà ad un’isoterma di -5 °C di essere più attiva perché, come ho avuto modo di dimostrare, il rendimento della depressione sarà maggiore grazie ad un maggiore gradiente termico. La situazione merita quindi, più delle altre volte, di essere seguita e monitorata, al fine di rilevare quei fattori appena descritti che, sicuramente, i modelli stanno in generale sottovalutando ma che, sicuramente, potranno essere all’origine di eventi che in alcune aree potranno anche apparire inaspettati. "
http://forum.meteonetwork.it/images/smilies/ciao.gif
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Andrea Corigliano
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Dato che lo conosco un pò di persona mi permetto di riportarlo qui alla vostra attenzione:
"L’imprevedibilità dell’aria fredda farà il suo gioco. Mai come adesso. <hr style="color: rgb(202, 207, 210);" size="1"> <!-- / icon and title --> <!-- message --> Le proiezioni a 60 ore emesse dai principali modelli di calcolo inquadrano, tra mercoledì e giovedì prossimi, una situazione che potrebbe rivelarsi marcatamente instabile e perturbata su buona parte del Paese, a causa della genesi di una profonda circolazione depressionaria, probabilmente ad occhiale, che vedrà il Nord Italia quale principale destinatario di una irruzione fredda che possiamo definire normalmente intensa e potenzialmente produttiva in termini di nevicate che potrebbero raggiungere anche molte zone di pianura, in particolare sul Nord Italia. A mio giudizio, però, questa volta saremo di fronte ad una imprevedibilità maggiore nell’inquadrare l’esatta dinamica di un peggioramento che dovrebbe annunciarsi consistente. Infatti, oltre a non conoscere, per il momento, l’esatta collocazione dei minimi al suolo e a lasciare un margine più o meno ampio sugli effetti che si origineranno dall’ingresso dell’aria fredda dalla Valle del Rodano (già per sua natura altamente instabile), questa volta dobbiamo aggiungere anche una percentuale di imprevedibilità legata anche agli effetti che si origineranno a causa del contrasto, troppo marcato, tra due masse d’aria completamente diverse che si incontreranno sul Mediterraneo di cui quella calda, persistente da diversi mesi sul bacino del Mediterraneo, è legata ad una dinamica circolatoria risultata assai stabile e duratura e quindi, mai come ora, potenzialmente esplosiva.
Quindi, ad un’evoluzione classica di irruzione dal Rodano che sarà accompagnata da un’evoluzione standard, si accompagnerà anche una dinamica che oserei dire quasi sconosciuta, più tipica di una fase tardo estiva e legata principalmente all’elevato gradiente termico che deriverà dal contrasto e che costituirà quel surplus in più per la genesi del minimo al suolo e dei suoi fenomeni annessi e connessi. Se, infatti, i modelli confermeranno il crollo termico in quota, molto probabilmente ci troviamo di fronte ad un peggioramento di puro stampo invernale che potrebbe nascondere un fattore incognito legato proprio al concetto del cambiamento climatico. Quante volte, infatti, ho detto che il surriscaldamento non va interpretato in modo unilaterale ma ripartito tra eventi di caldo ed eventi di freddo? In questa settimana, a mio giudizio, avremo modo di sperimentare anche questo. Perché se è vero che l’arrivo di una -5/-6 sul Centro Italia non dovrebbe fare notizia in una normale stagione invernale, ciò che cambia questa volta è il contorno in cui questa isoterma si inserisce. Un contorno assai diverso rispetto a quello degli ultimi inverni. La situazione di partenza, infatti, la conosciamo tutti: parla di imperterrite anomalie positive che, con la seconda decade di questo mese, hanno raggiunto l’apice.
E quando, in 48 ore, è atteso a 850 hPa un crollo di almeno 15 °C, come si evince dalle isoterme tracciate sull’Italia Centrale (da +10°C a -5 °C) non si può non pensare agli effetti che causerà un salto così brusco del tutto paragonabile ad un’irruzione fresca tardo estiva (è la stessa identica cosa che passare da una +18 °C a una +3 °C in pieno agosto). In inverno, alle nostre latitudini, dovrebbero essere isoliti sbalzi del genere, in quanto non è anomalo l’ingresso di un’isoterma negativa di questo valore ma, come ho detto, è anomala la situazione di partenza. Non credo, quindi, che i modelli abbiano attualmente una vista talmente acuta da rilevare anche questo particolare di fondamentale importanza per valutare gli impatti dell’irruzione fredda in arrivo.
Se infatti scomodiamo un attimo la termodinamica, scopriamo che una bassa pressione può essere benissimo paragonata ad una macchina termica che scambia calore tra due sorgenti a diverse temperature: una calda e una fredda. Se il rendimento della macchina termica è direttamente proporzionale al gradiente di temperatura tra le due sorgenti entro le quali la macchina lavora, appare subito chiaro che questa volta, avendo a disposizione un salto quantificabile in almeno 15 °C, la depressione sarà più efficiente rispetto a quanto potrebbe accadere con un salto di 9-10 °C, tipico di un’irruzione fredda dal Rodano in situazioni iniziali non anomali. I 5 o 6 °C, sempre in termini di gradiente, che ci saranno in più rispetto ad una situazione standard non coincidente con quella attuale di partenza rappresentano quindi quell’imprevedibilità che dovrà mettersi in gioco e che si somma alle altre incertezze legate a questo tipo di dinamica circolatoria. Sicuramente, il calore legato a questo “surplus di gradiente termico” si consumerà nell’attivare fenomenologie temporalesche più intense della norma (per la stagione in essere) e quindi per accelerare la discesa ed il rovesciamento dell’aria fredda dalle alte quote verso il basso. Quindi, in conclusione, il fatto che si parta da una situazione anomala vissuta fino ad oggi con tanto… disprezzo, costituirà probabilmente quella marcia in più che permetterà ad un’isoterma di -5 °C di essere più attiva perché, come ho avuto modo di dimostrare, il rendimento della depressione sarà maggiore grazie ad un maggiore gradiente termico. La situazione merita quindi, più delle altre volte, di essere seguita e monitorata, al fine di rilevare quei fattori appena descritti che, sicuramente, i modelli stanno in generale sottovalutando ma che, sicuramente, potranno essere all’origine di eventi che in alcune aree potranno anche apparire inaspettati. "
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Andrea Corigliano
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