Sabato, complice le previsioni meteo che promettevano una splendida giornata con temperature in netta risalita, decidiamo di salire questa bellissima cima, propaggine meridionale del Gruppo dell'Adamello.
La partenza è al lago di malga Bissina a quota 1780 m. Il lago chiude idealmente la Val Daone e da lì inizia la splendida val di Fumo, valle che consiglio a chiunque voglia effettuare una tranquilla passeggiata in una valle di alta quota, solitaria e silenziosa.
Il Re di Castello si trova sul confine tra le provincie di Trento e Brescia ed è raggiungibile dal versante bresciano dalle valli Dois, laterale della Val Paghera, a sua volta laterale della Val Camonica o dalla val d'Arno, laterale della Val di Saviore, anch'essa tributaria della Val Camonica. Entrambe queste risalite sono però lunghette (6-7 ore) e con dislivello importante (in entrambi i casi si parte da quota 1.300 m circa).
Dal versante Trentino, invece, la via di accesso alla cima è decisamente più breve, circa 4 ore, e con dislivello di 1.100 m. Dalla diga del lago di Malga Bissina si prende il sentiero che punta a S in direzione del lago di campo a quota 1944. Tenendo il lago sulla sinistra si prosegue, verso W, fino al passo di campo (2.296 m). Qui si sconfina in terra bresciana e si piega di nuovo verso S seguendo la cresta tormentata della Sega di Arno risalendo la pietraia che fino a circa 40 anni fa ospitava la vedretta di Saviore, il ghiacciaio più meridionale delle Alpi Retiche.
Da qui la salita si fa più faticosa, dovendo procedere sui grossi blocchi di granito, cercando di scovare i segni sulle rocce o almeno qualche ometto.
Persi per strada due componenti della spedizione (che han preferito traversare la pietraia fino al rifugio Maria e Franco) in due superstiti abbiamo proseguito fino a raggiungere la cima.
Dalla cima si gode un meraviglioso panorama dominato a N dal Gruppo dell'Adamello e dal Pian di Neve, Spostandosi verso E, il Crozzon di Lares, il Corno di Cavento, l'elegantissimo profilo del Carè Alto, le dolomiti di Brenta, che affiorano appena, quindi sempre verso E la Val Daone le montagne tra il Caffaro e la valle di Arco, il Baldo, le prealpi gardesane. A Sud il Blumone, e a SW lo sguardo spazia fino al Monte Guglielmo che sovrasta il Lago d'Iseo, risalendo verso W, spiccano il Disgrazia e appena più a N il Gruppo del Bernina.
Fatti i complimenti e le foto di rito, siamo ridiscesi al rifugio, dove oltre a ritrovare i due compagni, abbiamo consumato un pranzo delizioso e scambiato alcune parole con i gestori davvero simpatici.
Ora, spazio alle foto (perdonate la bassa qualità delle foto):
Il Carè Alto, 3.462 m
Il lago di Campo 1.944 m
Il circo dove risiedeva la vedretta di Saviore, in primo piano il passo di Campo 2.296 m
Il Bernina
Particolare del profilo tormentato della Sega di Arno
Nevaietto residuo appena sotto la cima (la neve fresca presente è quella caduta nel peggioramento di fine agosto).
Dalla Cima verso SE, la Val Daone in primo piano ed il Baldo sullo sfondo
Vista verso S. Il Pizzocolo, sullo sfondo, mentre in primo piano da sinistra a destra le estreme propaggini meridionali del gruppo dell'Adamello, il Bruffione (2.665 m) ed il Blumone (2.843 m)
Verso N. Da sinistra: Adamello, Pian Di Neve, la punta del Crozzon di Lares, con il suo ghiacciaio, il Carè Alto. In basso sulla destra il lago di Malga Bissina e la Val di Fumo.
Verso NW. Il Bernina
Il rifugio Maria e Franco al Passo Dernal
Segnalibri