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Discussione: Mappatura delle zone fredde da inversione nella pianura e valli pedemontane

  1. #11
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    Predefinito Re: Ondata di freddo in arrivo! Commenti e scenari!

    Poi li vicino, ma appena sopra i 300 mt c'è ,,l"arena di Avesa . durante un periodo di monitoraggio 4 anni fa era scesa a -21!

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    Siamo una fluttuazione quantica del nulla, ma non ce ne dobbiamo vergognare.

    Caldiero (Vr) Pedemontana Est Verona

  2. #12
    marco neve
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    Predefinito Re: Ondata di freddo in arrivo! Commenti e scenari!

    Interessante questa discussione relativa alle "piccole doline"...io sono nella zona Ovest della provincia e passando spesso "lungo" le colline moreniche da Sona fino all'area Custoza-Valeggio si trovano "buche" naturali dove incredibilmente a volte si creano condizioni di microclimi stratosferici...le mie misurazioni non sono accurate come le vostre ma basta il termometro della macchina per vedere le differenze. Io poi passo casualmente e non con un'uscita mirata. Se penso a quante "buse" ci sono credo che se ne vedrebbero delle belle. Prima alle 18 già -2 in zona San Giorgio in Salici-Castelnuovo quando qui a Lugagnano "campagna" +2.0.

  3. #13
    gregluk
    Ospite

    Predefinito Re: Ondata di freddo in arrivo! Commenti e scenari!

    Anche se non credo sia al livello delle migliori "doline" della città, segnalo il parcheggio del campo sportivo junior, quello con pizzeria annessa, a santa Lucia. In caso di inversione e calma di vento, mediamente fa segnare al termometro della macchina anche tre gradi in meno rispetto alla strada adiacente ai campi, distante non più di 50 metri. Ieri sera ad esempio alle 22 un impressionante -4,5°. Tornato sulla strada termometro in risalita immediata fino a -1°

  4. #14
    Socio Estremo Meteo4 L'avatar di Massimo M.
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    Caldiero (VR)
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    Predefinito Re: Est veronese: il fascino dell'inversione

    La morfologia del territorio, il suo uso e l'urbanizzazione incidono sulle temperature del suolo o dei primi strati dell' atmosfera.

    L'aria fredda si comporta quasi come un liquido e scendendo nelle valli occupa le depressioni. Ma il flusso deve rimanere laminare altrimenti la turbolenza crea rimescolamento. Le vallate più grandi sono quelle in cui il flusso catabatico é più intenso e maggiore é quindi il rischio di rimescolamento.

    Se guardiamo le nostre zone negli ultimi decenni ci sono state modificazioni antropiche in grado di modificare la stratificazione locale.

    I centri abitati mostrano un effetto isola di calore da un lato e interagiscono con la brezza dall' altro. Accade quindi che nelle vallate a monte dei centri abitati si registra un rallentamento della brezza mentre nel centro abitato si forma turbolenza che rimescola.

    Le infrastrutture creano invece barriere in grado di formare dei bacini di aria fredda. Dalle nostre parti questi elementi sono rappresentati dalla linea ferroviaria dal rilevato dell' autostrada o dagli argini dei fiumi .

    Anche le colture agricole modificano la risposta termica del suolo e interagiscono con le brezze.
    Una cinquantina di anni fa le vallate erano coltivate a seminativo e cereali oggi quasi esclusivamente a vigneto.
    I filari alberati molto diffusi sono stati rimossi.
    Anche le serre formano delle superfici più calde.
    Nella pedemontana veronese le temperature al suolo sono aumentate più per la modifica del suolo piuttosto che per la CO2
    non dire gatto se non ce l'hai nel sacco

  5. #15
    Giovanni
    Ospite

    Predefinito Re: Est veronese: il fascino dell'inversione

    Quote Originariamente inviato da Massimo M. Visualizza il messaggio
    La morfologia del territorio, il suo uso e l'urbanizzazione incidono sulle temperature del suolo o dei primi strati dell' atmosfera.

    L'aria fredda si comporta quasi come un liquido e scendendo nelle valli occupa le depressioni. Ma il flusso deve rimanere laminare altrimenti la turbolenza crea rimescolamento. Le vallate più grandi sono quelle in cui il flusso catabatico é più intenso e maggiore é quindi il rischio di rimescolamento.

    Se guardiamo le nostre zone negli ultimi decenni ci sono state modificazioni antropiche in grado di modificare la stratificazione locale.

    I centri abitati mostrano un effetto isola di calore da un lato e interagiscono con la brezza dall' altro. Accade quindi che nelle vallate a monte dei centri abitati si registra un rallentamento della brezza mentre nel centro abitato si forma turbolenza che rimescola.

    Le infrastrutture creano invece barriere in grado di formare dei bacini di aria fredda. Dalle nostre parti questi elementi sono rappresentati dalla linea ferroviaria dal rilevato dell' autostrada o dagli argini dei fiumi .

    Anche le colture agricole modificano la risposta termica del suolo e interagiscono con le brezze.
    Una cinquantina di anni fa le vallate erano coltivate a seminativo e cereali oggi quasi esclusivamente a vigneto.
    I filari alberati molto diffusi sono stati rimossi.
    Anche le serre formano delle superfici più calde.
    Nella pedemontana veronese le temperature al suolo sono aumentate più per la modifica del suolo piuttosto che per la CO2
    analisi molto interessante e completamente condivisibile. Aggiungo anche le modificazione della rete idraulica agraria, un tempo c'era molta più acqua a pelo libero o cmq superficiale. Ora molti scoli sono intubati e i sistemi di drenaggio "asciugano" rapidamente i terreni. Senza dimenticare che zone come la Valtramigna erano caratterizzate anche da prati inondabili.
    Insomma come dici te una caratterizzazione del territorio che sicuramente interveniva sulla dinamiche termiche dei primi strati dell'aria

  6. #16
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    Predefinito Re: Est veronese: il fascino dell'inversione

    Magari la cosa fosse limitata alla pedemontana veronse: tutta la pianura padana è stata stravolta. Ma del resto, se mettiamo sui piatti della bilancia i costi/benefici tutto sommato direi che siamo ancora in attivo.
    Ci sarebbe voluta una diversa cultura ambientalista già 60 anni, abbiamo certamente esagerato col consumo del suolo, ma se l'uomo non fosse mai intervenuto, vivremmo in un acquitrino.

  7. #17
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    Predefinito Re: Ondata di freddo in arrivo! Commenti e scenari!

    Per chi non conoscesse "l'arena di Avesa" (sarebbe più indicato Circo Massimo vista la forma) eccola qua, appena a Ovest del segnaposto.


  8. #18
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    Predefinito Re: Ondata di freddo in arrivo! Commenti e scenari!

    Secondo te Flavio chi ha le potenzialità maggiori tra l'arena di Avesa e la dolina di Montericco?

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  9. #19
    Giovanni
    Ospite

    Predefinito Re: Est veronese: il fascino dell'inversione

    Quote Originariamente inviato da Angelo Visualizza il messaggio
    Magari la cosa fosse limitata alla pedemontana veronse: tutta la pianura padana è stata stravolta. Ma del resto, se mettiamo sui piatti della bilancia i costi/benefici tutto sommato direi che siamo ancora in attivo.
    Ci sarebbe voluta una diversa cultura ambientalista già 60 anni, abbiamo certamente esagerato col consumo del suolo, ma se l'uomo non fosse mai intervenuto, vivremmo in un acquitrino.
    di fatto viviamo in un acquitrino "periodico" e con ripercussioni più pesanti sulla popolazione e le cose

  10. #20
    Socio Estremo Meteo4 L'avatar di Alberto_71
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    Predefinito Re: Ondata di freddo in arrivo! Commenti e scenari!

    Quote Originariamente inviato da Angelo Visualizza il messaggio
    Per chi non conoscesse "l'arena di Avesa" (sarebbe più indicato Circo Massimo vista la forma) eccola qua, appena a Ovest del segnaposto.

    Ciao Angelo
    Questa mattina sono andato a fare un salto nella valletta die Rochi, quella che si diceva sotto Montericco. Non sono passato dalla strada sotto ma sono sceso appunto da Montericco.
    La strada finisce propria all'estremità della valle presso un deposito della protezione civile e forse un campo per il tiro con l'arco??? Non si capisce bene il posto sembra un pò lasciato in balia di se stesso.
    Effettivamente il posto prtrebbe essere buono per temperturate interessati soprattutto sotto la dorsale di Montericco dove va in ombra già alle 2-3 del pomeriggio.
    Erano ormai le 11 e il termometro della macchina non mi dava differenziale rispetto al culmine della collina. Però non era il momento giusto e forse nemmeno il punto giusto.

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