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Discussione: co2

  1. #1
    chies
    Ospite

    Predefinito co2

    [I]02.12.2006
    CO2, una crescita inarrestabile
    Nel corso del 2005 ne sono state emesse in atmosfera circa 7,9 miliardi di tonnellate


    Gli obiettivi sulla riduzione delle emissioni di gas serra fissate dal Protocollo di Kyoto paiono quanto mai irraggiungibili, almeno stando a un recente studio svolto dai ricercatori della Commonweath Scientific and Research Organization (CSIRO), secondo cui nel corso del 2005 sono state emesse in atmosfera circa 7,9 miliardi di tonnellate di biossido di carbonio. E quel che più importa è che invece di diminuire, le emissioni sembrano aumentare, e per di più con un tasso anch’esso in aumento che ha raggiunto un valore doppio di quello che si registrava nel 1990, anno di riferimento anche per il Protocollo di Kyoto.
    “Dal 2000 al 2005 – ha spiegato Mike Raupach, che ha partecipato al Global Carbon Project – il tasso di crescita delle emissioni di biossido di carbonio era superiore al 2,5 per cento per anno, mentre negli anni novanta era meno dell’uno per cento all’anno.”
    Raupach sottoliena inoltre come il processo sia particolarmente evidente in Cina, sebbene tale paese sia ancora al di sotto della media mondiale per quanto riguarda le emissioni pro capite. Considerando la CO2 accumulatasi a partire dall’inizio dell’era industriale, cioè dall’anno 1800, la Cina ha contribuito solo per il 5 per cento al totale delle emissioni, mentre Europa e Stati Uniti hanno contribuito ciascuno per il 25 per cento.[/I]
    tratto dal notiziario online delle scienze
    http://www.lescienze.it/index.php3?id=12919

  2. #2
    Consiglio direttivo L'avatar di Angelo
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    A riguardo ci sarebbe da parlare per ore. In ogni caso se avete comprato " Le Scienze" dell'altro mese siete assolutamente ben informati a riguardo.

    Purtoppo si sono aperte molte centrali a carbone visto l'aumento del prezzo del petrolio.
    Le tecnologie non mancano di certo, ci vorrebbe una politica energetica a livello mondiale o, se non altro, a livello europeo, per investire quantità di denaro "importanti" su fonti d'energia a 0 emissioni di CO2.

    Oltre a migliorare l'efficenza, ridurre gli sprechi ecc...

    Ognuno può avere le proprie opinioni su come intervenire, per quanto mi riguarda, soprattutto in italia, bisognerebbe puntare decisamente sul nucleare di ultima generazione, a neutroni veloci o, come ripiego, a centrali tradizionali di 3a generazione. E studiare serimente come produrre idrogeno sfruttando il calore delle centrali nucleari.
    Anche lo sfruttamento della biomassa, che che ne dica Celantano che evidentemente parla senza cognizione di causa, è un sistema assolutamnte intelligente e pulito, sia dal punto di vista della CO2 che delle polveri sottili, per produrre energia.

  3. #3
    chies
    Ospite

    Predefinito bravo angelo

    finalmente qualcuno che ha il coraggio di dire che il nucleare ci serve ed anche presto! vallo a dire al pecoraro vedrai che numeri da circo!

  4. #4
    Consiglio direttivo L'avatar di Angelo
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    Guarda Chies ne parlerei volentieri ma il regolamento parla chiaro, niente politica!! E il rischio di sconfinare è elevatissimo.

    Sono sicuro che agire, in Italia, sia ben più difficile di quanto si possa immaginare. Non credo che la classe politica degli ultimi 20 anni sia stata sempre inetta, vi saranno delle difficoltà, delle pressioni di cui noi non siamo a conoscenza.

    Detto questo a me sembra talmente ovvio che con il solare, l'eolico, la biomassa, il geotermico, la migliore efficenza ecc... non si potrà arrivare a "pensionare" tutti gli impianti termoelettrici che bruciano combustibili fossili. Possono contribuire, certo, ma se l'obiettivo è arrivare a 0 emissioni di CO2 in tempi ragionevoli, per una nazione che non vuole rinunciare allo sviluppo economico ed essere autosufficiente, l'unica soluzione è il nucleare.
    In attesa che, tra 50 anni?, la fusione necleare sia applicabile a livello industriale, che l'eolico, il solare ecc... abbiano ragiunto traguradi ben superiori agli attuali.

    Fino ad allora le centrali a fissione, siano esse tradizionali di terza generazione o di "nuova generazione" a neutroni veloci sono una necessità assoluta. Altrimenti continuiamo a bruciare carbone e petrolio e vissero per sempre felice e contenti.
    Certo servono siti di stoccaggio, ci vogliono controlli ferrei per evitare la proliferazione di ordigni bellici, ma queste non sono barriere insormontabili, basta lavorare con serietà. Ed intanto in Finlandia si sta costruendo (per meglio dire scavando) il primo vero impianto di stoccaggio permanente di scorie nucleari.

  5. #5
    Utente Registrato L'avatar di Simone
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    Quote Originariamente inviato da Angelo
    Guarda Chies ne parlerei volentieri ma il regolamento parla chiaro, niente politica!! E il rischio di sconfinare è elevatissimo.

    Sono sicuro che agire, in Italia, sia ben più difficile di quanto si possa immaginare. Non credo che la classe politica degli ultimi 20 anni sia stata sempre inetta, vi saranno delle difficoltà, delle pressioni di cui noi non siamo a conoscenza.

    Detto questo a me sembra talmente ovvio che con il solare, l'eolico, la biomassa, il geotermico, la migliore efficenza ecc... non si potrà arrivare a "pensionare" tutti gli impianti termoelettrici che bruciano combustibili fossili. Possono contribuire, certo, ma se l'obiettivo è arrivare a 0 emissioni di CO2 in tempi ragionevoli, per una nazione che non vuole rinunciare allo sviluppo economico ed essere autosufficiente, l'unica soluzione è il nucleare.
    In attesa che, tra 50 anni?, la fusione necleare sia applicabile a livello industriale, che l'eolico, il solare ecc... abbiano ragiunto traguradi ben superiori agli attuali.

    Fino ad allora le centrali a fissione, siano esse tradizionali di terza generazione o di "nuova generazione" a neutroni veloci sono una necessità assoluta. Altrimenti continuiamo a bruciare carbone e petrolio e vissero per sempre felice e contenti.
    Certo servono siti di stoccaggio, ci vogliono controlli ferrei per evitare la proliferazione di ordigni bellici, ma queste non sono barriere insormontabili, basta lavorare con serietà. Ed intanto in Finlandia si sta costruendo (per meglio dire scavando) il primo vero impianto di stoccaggio permanente di scorie nucleari.
    Quoto al cubo!
    Appassionato di meteorologia!

  6. #6
    Consiglio direttivo L'avatar di Wetter_Sergy
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    Caro Angelo, caro Chies,
    come non posso darvi ragione. Alla luce delle ultime analisi di contabilità di CO2 emesse dall'Italia, siamo ben dell'11,5% in aumento rispetto alle quote del 1990, mentre il protocollo di Kyoto ci assegna come obbiettivo quello di ridurre le emissioni del 6,5% entro il 2010, rispetto al livello del 1990.
    Ovvio vedere come, a tre anni di distanza dal fatidico momento di tirare le somme, non riusciremo mai e poi mai ad ottenere tale obbiettivo, nemmeno comprando tutti i certificati verdi che vogliamo (e poi chi li paga, lo Stato che è alla perenne ricerca di ridurre le spese?).
    Nel breve, ed anche medio periodo, transitare dal petrolio (fonte energetica su cui si basa per oltre il 60% del nostro conto produzione di energia) al nucleare è impossibile, i tempi di costruzione di una centrale sono nell'ordine dei 5-10 anni con un'esperienza consolidata nel settore, figuriamoci cosa dovremmo sostenere in Italia in termini di costi per recuperare il gap tecnologico e di know-how accumulato con l'abbandono totale del nucleare negli anni '80.
    Certo è che questa appare, allo stato delle cose, l'unica soluzione credibile per abbattere, a livello mondiale, la produzione di Anidride Carbonica e metano.
    Il solare presenta ancora enormi problemi per il basso rendimento dei pannelli e l'alto costo di produzione che non è mai stato, colpevolmente, seriamente incentivato e migliorato da una ricerca tecnologica seria e lungimirante.
    L'eolico, pur competitivo, in Italia è applicabile in poche zone e per giunta depurpa il paesaggio, enorme fonte di ricchezza per la nostra nazione, grazie al turismo.
    Quando parliamo di potenzialità delle biomasse, ricordiamoci che esse producono in grandi quantità metano, diabolico gas serra, ben più performante dell'anidride carbonica nell'intrappolare i raggi infrarossin nella bassa atmosfera.
    L'idroelettrico è stato sfruttato al massimo, e se continuerà a piovere e nevicare così poco sulle zone in cui viene sfruttato (ovvero sulle Alpi), temo che l'anno prossimo molti bacini idroelettrici andranno a ridotto se non dimezzzato regime.
    Stesso discorso vale per il geotermico, già ampiamente sfruttato, i cui margini di crescita sono nulli.
    Morale della favola, se non vogliamo continuare ad incrementare le emissioni di CO2 l'Italia deve fare 2 cose fondamentali:
    1) Nel breve termine agire in misura sempre più incisiva sul risparmio energetico, investendo nel contempo sulla ricerca (seriamente, anche con politiche incentivanti) nel solare e nel nucleare.
    2) Nel medio-lungo termine, puntare sul nucleare come male minore, energia che non produce gas serra, a costi bassi e senza i rischi del passato. Le moderne centrali garantiscono standard di sicurezza enormi, un incidente come quello di Chernobyl sarebbe impossibile nelle moderne centrali di ultima generazione. Specie le centrali in fase di sperimentazione, che sono definite autofertilizzanti, utilizzando l'uranio 238 come carburante (elemento abbondantissimo in natura, a differenza dell'Uranio 235, usato nelle centrali standard, e che si eraurirà, all'attuale ritmo di utilizzo, fra 50 anni), consentirebbero di avere energia illimitata, pulita e a costi bassissimi.
    Resta il problema delle scorie, che tuttavia è. come si diceva, il male minore. Stoccate in depositi sotterranei geologicamente stabili, oltre i 700-1000 metri di profondità, queste scorie non creeranno disturbo a nessuno. La produzine annua di una centrale standard è, inoltre, in termini di volumi, assai bassa, 3 tonnellate di materiale radioattivo, che occupa un volume di 3 metri cubi. Morale in una miniera di salgemma (come stanno già facendo gli iperverdi tedeschi) c'è posto per stoccare la produzione effettuata da molte centrali nel corso della loro vita utile.
    Alternative?
    a) Si continua a vivere sul mix letale petrolio-gas-carbone, finchè esso dura(50-60 anni il petrolio, 200 il carbone, 150 il gas), con tutte le coseguenze del caso (migliaia di morti per ondate di calore estive stile 2003, inverni senza neve, onde di siccità, fenomeni meteo sempre più estremizzati, malattie tropicali);
    b) Si torna all'età del medioevo, a vivere con le candele e a scaldarsi con la legna. Ipotesi assai romantica, ma sarebbe il disastro per una società come la nostra, uno scenario inimmaginabile.

    Alternative ulteriori, aihmè, non ve ne sono. Vedete voi quale può essere il male minore......
    Ultima modifica di Wetter_Sergy; 04-01-2007 a 23:06
    ... sempre lo ringrazierò, finchè avrò vita

  7. #7
    Consiglio direttivo L'avatar di Massimiliano
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    Quote Originariamente inviato da Wetter_Sergy
    Caro Angelo, caro Chies,
    come non posso darvi ragione. Alla luce delle ultime analisi di contabilità di CO2 emesse dall'Italia, siamo ben dell'11,5% in aumento rispetto alle quote del 1990, mentre il protocollo di Kyoto ci assegna come obbiettivo quello di ridurre le emissioni del 6,5% entro il 2010, rispetto al livello del 1990.
    Ovvio vedere come, a tre anni di distanza dal fatidico momento di tirare le somme, non riusciremo mai e poi mai ad ottenere tale obbiettivo, nemmeno comparando tutti i certificati verdi che vogliamo (e poi chi li paga, lo Stato che è alla perenne ricerca di ridurre le spese?).
    Nel breve, ed anche medio periodo, transitare dal petrolio (fonte energetica su cui si basa per oltre il 60% del nostro conto produzione di energia) al nucleare è impossibile, i tempi di costruzione di una centrale sono nell'ordine dei 5-10 anni con un'epserienza consolidata nel settore, figuriamoci cosa dovremmo sostenere in Italia in termini di costi per recuperare il gap tecnologico e di know-how accumulato con l'abbandono totale del nucleare negli anni '80.
    Certo è che questa appare, allo stato delle cose, l'unica soluzione credibile per abbattere, a livello mondiale, la produzione di Anidride Carbonica e metano.
    Il solare presenta ancora enormi problemi per il basso rendimento dei pannelli e l'alto costo di produzione che non è mai stato, compevolmente, seriamente incentivato e migliorato da una ricerca tecnologica seria e lungimirante.
    L'eolico, pur competitivo, in Italia è applicabile in poche zone e per giunta depurpa il paesaggio, enorme fonte di ricchezza per la nostra nazione, grazie al turismo.
    Quando parliamo di potenzialità delle biomasse, ricordiamoci che esse producono in grandi quantità metano, diabolico gas serra, ben più performante dell'anidride carbonica nell'intrappolare i raggi infrarossin nella bassa atmosfera.
    L'idroelettrico è stato sfruttato al massimo, e se continuerà a piovere e nevicare così poco sulle zone in cui viene sfruttato (ovvero sulle Alpi), temo che l'anno prossimo molti bacini idroelettrici andranno a ridotto se non dimezzzato regime.
    Stesso discorso vale per il geotermico, già ampiamente sfruttato, i cui margini di crescita sono nulli.
    Morale della favola, se non vogliamo continuare ad incrementare le emissioni di CO2 l'Italia deve fare 2 cose fondamentali:
    1) Nel breve termine agire in misura sempre più incisiva sul risparmio energetico, investendo nel contempo sulla ricerca (seriamente, anche con politiche incentivanti) nel solare e nel nucleare.
    2) Nel medio-lungo termine, puntare sul nucleare come male minore, energia che non produce gas serra, a costi bassi e senza i rischi del passato. Le moderne centrali garantiscono standard di sicurezza enormi, un incidente come quello di Chernobyl sarebbe impossibile nelle moderne centrali di ultima generazione. Specie le centrali in fase di sperimentazione, che sono definite autofertilizzanti, utilizzando l'uranio 238 come carburante (elemento abbondantissimo in natura, a differenza dell'Uranio 235, usato nelle centrali standard, e che si eraurirà, all'attuale ritmo di utilizzo, fra 50 anni), consentirebbero di avere energia illimitata, pulita e a costi bassissimi.
    Resta il problema delle scorie, che tuttavia è. come si diceva, il male minore. Stoccate in depositi sotterranei geologicamente stabili, oltre i 700-1000 metri di profondità, queste scorie non creeranno disturbo a nessuno. La produzine annua di una centrale standard è, inoltre, in termini di volumi, assai bassa, 3 tonnellate di materiale radioattivo, che occupa un volume di 3 metri cubi. Morale in una miniera di salgemma (come stanno già facendo gli iperverdi tedeschi) c'è posto per stoccare la produzione effettuata da molte centrali nel corso della loro vita utile.
    Alternative?
    a) Si continua a vivere sul mix letale petrolio-gas-carbone, finchè esso dura(50-60 anni il petrolio, 200 il carbone, 150 il gas), con tutte le coseguenze del caso (migliaia di morti per ondate di calore estive stile 2003, inverni senza neve, onde di siccità, fenomeni meteo sempre più estremizzati, malattie tropicali);
    b) Si torna all'età del medioevo, a vivere con le candele e a scaldarsi con la legna. Ipotesi assai romantica, ma sarebbe il disastro per una società come la nostra, uno scenario inimmaginabile.

    Alternative ulteriori, aihmè, non ve ne sono. Vedete voi quale può essere il male minore......
    e io quoto al cubo questo MAGNIFICO INTERVENTO!
    ha sempre fatto caldo e ne farà di più!

  8. #8
    Consiglio direttivo L'avatar di Wetter_Sergy
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    Grazie Max,
    so benissimo che tu sei ben informato sul tema, è l'opinione pubblica italiana nel suo insieme, che dovrebbe rendersi conto dell'urgenza e della campale importanza del problema di quadratura del cerchio tra economia-energia-clima.
    Qualche reality in meno alla TV in prima serata, e al suo posto qualche istruttivo programma sul tema non farebbe certo male....
    ... sempre lo ringrazierò, finchè avrò vita

  9. #9
    Nik89
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    Quote Originariamente inviato da Wetter_Sergy
    Qualche reality in meno alla TV in prima serata, e al suo posto qualche istruttivo programma sul tema non farebbe certo male....
    Quoto alla grande!
    Complimenti per l'ottimo discorso di qualche post sopra
    Se posso vorrei porti una domanda: cosa ne pensi della centrale a fusione nucleare (ITER) che hanno progettato e che prossimamente verrà costruito in Francia? Le tecnologie attuali permettono di stabilizzare la reazione che avviene all'interno del reattore? Conviene approfondire gli studi su questo processo ancora oggi poco conosciuto, così da evitare la produzione di scorie radioattive, oppure converrebbe iniziare fin dal principio in Italia a costruire e progettare centrali a fissione nucleare?
    Scusa Sergio per tutte queste domande ma questi argomenti di attualità sono veramente interessanti e secondo me andrebbero approfonditi e divulgati, soprattutto tra i giovani, i futuri "governanti" del Paese

    Ecco un link con qualche informazione: http://www.ugis.it/a050204-reattoreiter.html

    Grazie Sergione!

  10. #10
    Consiglio direttivo L'avatar di Wetter_Sergy
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    Guarda Nik,
    riuscire a mettere in piedi un processo di fusione nucleare che abbai senso conpiuto sarebbe come trovare la pietra filosofale dell'energia, si potrebbero produrre immense quantità di radiazioni, così come avviene all'interno delle stelle, semplicemente trasformando l'idrogeno in elio. E di colpo, con una bacchetta magica, tutti i problemi sarebbero risolti.
    Ci sono però enormi problemi tecnici da superare, affinchè gli atomi di deuterio (una variante dell'idrogeno che si ricava tranquillamente anche dall'acqua) siano portati a fondersi tra loro.
    Vanno ricreate, infatti, quelle condizioni di temperatura e pressione idonee allo scopo da raggiungere: ovvero la materia, sotto forma di plasma, deve essere scaldata nell'ordine dei milioni di gradi, nonchè sottoposta a pressioni inimmaginabili.
    L'uovo di colombo, la chiave di volta di tutto sta proprio qui. Si stanno cercado di sperimentare soluzioni con magneti superconduttori, che creano un campo magnetico talmente intenso da riprodurre le condizioni critiche di fusione.
    L'inconveniente è che tali materiali, per ottenere queste mirabolanti performance, devono (paradossalmente) essere tenuti a temperature vicine a quelle dello zero assoluto (-270 gradi o giù di lì). Questi esperimenti stanno cercando di capire porprio come si possa ottenere tale obbiettivo senza divorare più energia di quanta se ne produca, garantendo al contempo stabilità termica al sistema. Basta infatti sgarrare di poco ed ecco che le correnti elettriche, libere di muoversi come un fluido nei magneti, s'intoppano causando rovinose esplosioni. Dalla soluzione di questo problema tecnico, cui stanno alacremente lavorando anche i francesi nell'esperimento che hai citato, dipende la fattibilità tecnologica di una centrale a fusione. Percui , se tutto andrà per il verso giusto, passeranno purtroppo almeno 50 anni, ad essere ottimisti, prima di vedere centrali a fusione all'opera .
    In Italia, dove non abbiamo grande esperienza maturata sul campo dell'atomo negli ultimi 20 anni, si tratterebbe di partire da zero, con un ulteriore allungamento dei tempi, salvo che i cuginetti transalpini non ci cedano tecnologia e cervelli per recuperare di scatto il gap accumulato (ovviamente non gratis).
    Ecco perchè il nucleare tradizionale è l'unica alternativa plausibile che ci resta per produrre energia "gas serra free"!
    Ultima modifica di Wetter_Sergy; 05-01-2007 a 15:25
    ... sempre lo ringrazierò, finchè avrò vita

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