
Originariamente inviato da
Wetter_Sergy
Caro Angelo, caro Chies,
come non posso darvi ragione. Alla luce delle ultime analisi di contabilità di CO2 emesse dall'Italia, siamo ben dell'11,5% in aumento rispetto alle quote del 1990, mentre il protocollo di Kyoto ci assegna come obbiettivo quello di ridurre le emissioni del 6,5% entro il 2010, rispetto al livello del 1990.
Ovvio vedere come, a tre anni di distanza dal fatidico momento di tirare le somme, non riusciremo mai e poi mai ad ottenere tale obbiettivo, nemmeno comparando tutti i certificati verdi che vogliamo (e poi chi li paga, lo Stato che è alla perenne ricerca di ridurre le spese?).
Nel breve, ed anche medio periodo, transitare dal petrolio (fonte energetica su cui si basa per oltre il 60% del nostro conto produzione di energia) al nucleare è impossibile, i tempi di costruzione di una centrale sono nell'ordine dei 5-10 anni con un'epserienza consolidata nel settore, figuriamoci cosa dovremmo sostenere in Italia in termini di costi per recuperare il gap tecnologico e di know-how accumulato con l'abbandono totale del nucleare negli anni '80.
Certo è che questa appare, allo stato delle cose, l'unica soluzione credibile per abbattere, a livello mondiale, la produzione di Anidride Carbonica e metano.
Il solare presenta ancora enormi problemi per il basso rendimento dei pannelli e l'alto costo di produzione che non è mai stato, compevolmente, seriamente incentivato e migliorato da una ricerca tecnologica seria e lungimirante.
L'eolico, pur competitivo, in Italia è applicabile in poche zone e per giunta depurpa il paesaggio, enorme fonte di ricchezza per la nostra nazione, grazie al turismo.
Quando parliamo di potenzialità delle biomasse, ricordiamoci che esse producono in grandi quantità metano, diabolico gas serra, ben più performante dell'anidride carbonica nell'intrappolare i raggi infrarossin nella bassa atmosfera.
L'idroelettrico è stato sfruttato al massimo, e se continuerà a piovere e nevicare così poco sulle zone in cui viene sfruttato (ovvero sulle Alpi), temo che l'anno prossimo molti bacini idroelettrici andranno a ridotto se non dimezzzato regime.
Stesso discorso vale per il geotermico, già ampiamente sfruttato, i cui margini di crescita sono nulli.
Morale della favola, se non vogliamo continuare ad incrementare le emissioni di CO2 l'Italia deve fare 2 cose fondamentali:
1) Nel breve termine agire in misura sempre più incisiva sul risparmio energetico, investendo nel contempo sulla ricerca (seriamente, anche con politiche incentivanti) nel solare e nel nucleare.
2) Nel medio-lungo termine, puntare sul nucleare come male minore, energia che non produce gas serra, a costi bassi e senza i rischi del passato. Le moderne centrali garantiscono standard di sicurezza enormi, un incidente come quello di Chernobyl sarebbe impossibile nelle moderne centrali di ultima generazione. Specie le centrali in fase di sperimentazione, che sono definite autofertilizzanti, utilizzando l'uranio 238 come carburante (elemento abbondantissimo in natura, a differenza dell'Uranio 235, usato nelle centrali standard, e che si eraurirà, all'attuale ritmo di utilizzo, fra 50 anni), consentirebbero di avere energia illimitata, pulita e a costi bassissimi.
Resta il problema delle scorie, che tuttavia è. come si diceva, il male minore. Stoccate in depositi sotterranei geologicamente stabili, oltre i 700-1000 metri di profondità, queste scorie non creeranno disturbo a nessuno. La produzine annua di una centrale standard è, inoltre, in termini di volumi, assai bassa, 3 tonnellate di materiale radioattivo, che occupa un volume di 3 metri cubi. Morale in una miniera di salgemma (come stanno già facendo gli iperverdi tedeschi) c'è posto per stoccare la produzione effettuata da molte centrali nel corso della loro vita utile.
Alternative?
a) Si continua a vivere sul mix letale petrolio-gas-carbone, finchè esso dura(50-60 anni il petrolio, 200 il carbone, 150 il gas), con tutte le coseguenze del caso (migliaia di morti per ondate di calore estive stile 2003, inverni senza neve, onde di siccità, fenomeni meteo sempre più estremizzati, malattie tropicali);
b) Si torna all'età del medioevo, a vivere con le candele e a scaldarsi con la legna. Ipotesi assai romantica, ma sarebbe il disastro per una società come la nostra, uno scenario inimmaginabile.
Alternative ulteriori, aihmè, non ve ne sono. Vedete voi quale può essere il male minore......
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