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Visualizza la versione completa : Il paradosso del riscaldamento globale e degli inverni freddi?



Marco C.
03-12-2019, 09:03
mica tanto....almeno da noi

https://whowhatwhy.org/2019/11/23/the-paradox-of-global-warming-and-colder-winters-2/?fbclid=IwAR0kpyJzPBfRqC_Ukcdj8ab41Fo4jFpuW1cve5wt Q0gS_x0QX9Dhb-rw_QY

In pratica maggiore calore equivale a maggiore energia che fa velocizzare ed ondulare la corrente a getto. Nel complesso però al momento non esiste alcun effetto compensatorio, perché se da un lato come detto la Jet Stream fa aumentare gli scambi di calore tra polo e basse latitudini e quindi fenomeni più violenti, entrambe le masse d'aria sia quella artica che quella tropicale partono mediamente con temperature più alte. È vero che ci possono essere violente discese di aria fredda o fuori stagione, ma nel complesso le ondate di calore associate a nuovi record sono nettamente più probabili. Per concludere sono solo in parte d'accordo con l'articolo, o meglio gli inverni freddi a mio avviso diventeranno sempre più rari, diversamente potrebbero diventare più frequenti brevi irruzioni di gelo

Angelo
03-12-2019, 12:20
mica tanto....almeno da noi

https://whowhatwhy.org/2019/11/23/the-paradox-of-global-warming-and-colder-winters-2/?fbclid=IwAR0kpyJzPBfRqC_Ukcdj8ab41Fo4jFpuW1cve5wt Q0gS_x0QX9Dhb-rw_QY

In pratica maggiore calore equivale a maggiore energia che fa velocizzare ed ondulare la corrente a getto. Nel complesso però al momento non esiste alcun effetto compensatorio, perché se da un lato come detto la Jet Stream fa aumentare gli scambi di calore tra polo e basse latitudini e quindi fenomeni più violenti, entrambe le masse d'aria sia quella artica che quella tropicale partono mediamente con temperature più alte. È vero che ci possono essere violente discese di aria fredda o fuori stagione, ma nel complesso le ondate di calore associate a nuovi record sono nettamente più probabili. Per concludere sono solo in parte d'accordo con l'articolo, o meglio gli inverni freddi a mio avviso diventeranno sempre più rari, diversamente potrebbero diventare più frequenti brevi irruzioni di gelo

Certamente coesistono inverni molto freddi (da qualche parte, noi ancora non lo abbiamo sperimentato) e temperature Globali da record di caldo o quasi. Non ho dati sotto mano, ma sono abbastanza sicuro che in Canada o negli USA ci sono state zone che hanno avuto inverni (non mesi, non settimane) sotto media negli ultimi anni.

Massimo M.
03-12-2019, 20:28
Bisogna evidenziare alcuni concetti:

1) Il surriscaldamento troposferico del polo riduce il gradiente di temperatura orizzontale lungo i meridiani (Nord-Sud).
2) La forza della corrente a getto è direttamente proporzionale al gradiente di temperatura orizzontale lungo i meridiani.
3) Il GW ha ridotto il gradiente orizzontale e quindi mi aspetterei un AO tendenzialmente in calo.
4) Le grandi ondate di freddo avvengono in genere in regime di AO-, come mostra lo schema con “weak jet stream”
5) Tuttavia la realtà è diversa, l’AO invernale è tendenzialmente in aumento
http://www.climate4you.com/images/AO%20MonthlySince1950.gif


Come mai??

Se a livello di troposfera vi è una tendenza all’indebolimento del jet stream a livello stratosferico accade il contrario per questi due fattori:
1) Il GW non esiste in tropopausa e in stratosfera anzi c’è una tendenza opposta e quindi vi è un maggior gradiente di temperatura lungo i meridiani in stratosfera che tende ad approfondire il VPS;
2) La debolezza del getto troposferico limita la potenza della breaking wave e quindi la forza della circolazione di Brewer-Dobson (http://forum.meteo4.com/showthread.php?25880-Relazioni-VPT-VPS-onde-planetarie-e-Rossby-breaking-wave&p=359445&viewfull=1#post359445)

La debolezza del VPT fa prevalere statisticamente l’influenza del VPS su tutta la colonna VPS/VPT e alla fine ne risulta una tendenza AO in crescita

Tuttavia gli eventi invernali estremi sono quasi sempre collegati con eventi stratosferici estremi SSW. E qui si inserisce la teoria dell’amplificazione artica del famoso Judah Cohen :
https://www.nature.com/articles/ngeo2234
https://iopscience.iop.org/article/10.1088/1748-9326/7/1/014007/meta
https://journals.ametsoc.org/doi/pdf/10.1175/BAMS-D-16-0259.1

Credo che alla fine l’articolo si rifaccia in modo pressapochista alla teoria di Cohen.

Tuttavia si tratta di una teoria non supporta da una correlazione tra warming artico e ricorrenza degli SSW
https://agupubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1029/2018JD030077
“Based on these findings, an index purely based on surface NAO observations is derived that estimates SSW frequency for the satellite era and extends it back to 1850, indicating that decadal stratospheric variability was present for the entire time series, with no significant trend. The minimum in SSW frequency in the 1990s is found to be coincident with the longest absence of NAO events since 1850, indicating that the early 1990s may constitute the longest absence of SSW events for the 150‐year record.”

Wetter_Sergy
04-12-2019, 21:29
In compenso nel periodo estivo abbiamo spesso una bella AO- che alimenta un calo dei GPT nel vicino Atlantico e la risposta massiva subtropicale su di noi. Morale una ciavada senza soluzione di continuità.

gianni
27-07-2020, 18:54
bisogna evidenziare alcuni concetti:

1) il surriscaldamento troposferico del polo riduce il gradiente di temperatura orizzontale lungo i meridiani (nord-sud).
2) la forza della corrente a getto è direttamente proporzionale al gradiente di temperatura orizzontale lungo i meridiani.
3) il gw ha ridotto il gradiente orizzontale e quindi mi aspetterei un ao tendenzialmente in calo.
4) le grandi ondate di freddo avvengono in genere in regime di ao-, come mostra lo schema con “weak jet stream”
5) tuttavia la realtà è diversa, l’ao invernale è tendenzialmente in aumento
http://www.climate4you.com/images/ao%20monthlysince1950.gif


come mai??

Se a livello di troposfera vi è una tendenza all’indebolimento del jet stream a livello stratosferico accade il contrario per questi due fattori:
1) il gw non esiste in tropopausa e in stratosfera anzi c’è una tendenza opposta e quindi vi è un maggior gradiente di temperatura lungo i meridiani in stratosfera che tende ad approfondire il vps;
2) la debolezza del getto troposferico limita la potenza della breaking wave e quindi la forza della circolazione di brewer-dobson (http://forum.meteo4.com/showthread.php?25880-relazioni-vpt-vps-onde-planetarie-e-rossby-breaking-wave&p=359445&viewfull=1#post359445)

la debolezza del vpt fa prevalere statisticamente l’influenza del vps su tutta la colonna vps/vpt e alla fine ne risulta una tendenza ao in crescita

tuttavia gli eventi invernali estremi sono quasi sempre collegati con eventi stratosferici estremi ssw. E qui si inserisce la teoria dell’amplificazione artica del famoso judah cohen :
https://www.nature.com/articles/ngeo2234
https://iopscience.iop.org/article/10.1088/1748-9326/7/1/014007/meta
https://journals.ametsoc.org/doi/pdf/10.1175/bams-d-16-0259.1

credo che alla fine l’articolo si rifaccia in modo pressapochista alla teoria di cohen.

Tuttavia si tratta di una teoria non supporta da una correlazione tra warming artico e ricorrenza degli ssw
https://agupubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1029/2018jd030077
“based on these findings, an index purely based on surface nao observations is derived that estimates ssw frequency for the satellite era and extends it back to 1850, indicating that decadal stratospheric variability was present for the entire time series, with no significant trend. The minimum in ssw frequency in the 1990s is found to be coincident with the longest absence of nao events since 1850, indicating that the early 1990s may constitute the longest absence of ssw events for the 150‐year record.”




e' tutto il contrario di quanto detto in questa discussione...in quanto il freddo non puo' venire dal caldo almeno che non prevalgano gli ideali alla realta'

alessandro
28-07-2020, 08:54
e' tutto il contrario di quanto detto in questa discussione...in quanto il freddo non puo' venire dal caldo almeno che non prevalgano gli ideali alla realta'

Almeno che... niente fa già ridere così

gianni
28-07-2020, 18:37
Almeno che... niente fa già ridere così

mi scusi alessandro ma il freddo come fa venire dal caldo ?

se me lo può spiegare la ringrazio

Massimo M.
28-10-2020, 14:16
Se la correlazione deficit artico / AO invernale proposta da Cohen in questi ultimi anni non si è palesata, la correlazione tra deficit artico e estensione dello snow cover autunnale sia in area siberiana che nel nord america sembra essere più solida.
Quest'anno in particolare a fronte di una difficoltà di accrescimento artico corrisponde un record assoluto dello snow cover autunnale.. e nella prima parte di novembre crescerà ancora

https://uploads.tapatalk-cdn.com/20201028/3bb3ed770e901eae0c2c32651a07c24d.jpg

https://uploads.tapatalk-cdn.com/20201028/5399ca6d59baff25b12bf12d43ea2f84.jpg

La parte iniziale del forcing artico alla base della teoria senbra corretta, mentre la seconda è spesso smentita da una ingerenza del VPS sul VPT come già scritto nella discussione...

Inviato dal mio HUAWEI VNS-L31 utilizzando Tapatalk

Massimo M.
28-10-2020, 14:26
https://www.ncdc.noaa.gov/monitoring-content/sotc/global/snowcover-nhland/snowcover-nhland-201910.gif

https://www.ncdc.noaa.gov/monitoring-content/sotc/global/snowcover-namgnld/snowcover-namgnld-201910.gif

https://www.ncdc.noaa.gov/monitoring-content/sotc/global/snowcover-eurasia/snowcover-eurasia-201910.gif

Massimo M.
28-10-2020, 14:39
Comunque secondo me non è sicuro che lo snow cover autunnale dipenda dal deficit artico.... a mio avviso potrebbe dipendere anche dal link tropicale estivo e autunnale sull'Atlantico occidentale e sul continente africano

http://research.jisao.washington.edu/data/sahel/sahelprecip19012017.png

Angelo
29-10-2020, 14:13
Comunque secondo me non è sicuro che lo snow cover autunnale dipenda dal deficit artico.... a mio avviso potrebbe dipendere anche dal link tropicale estivo e autunnale sull'Atlantico occidentale e sul continente africano

http://research.jisao.washington.edu/data/sahel/sahelprecip19012017.png

Certo affascinate, ma più difficile: più la causa è lontana, più diventa difficile indagarla. Invece la correlazione tra deficit artico e incrementato snow cover è lì, bella in mostra, con tutti i riflettori puntati.
Certo se l'OPI ha fatto una fine ingloriosa, non è che la teoria di Cohen se la passi tanto meglio....
In generale mi fanno "tenerezza" i guru dei forum che ogni anno dicono "eh ma con l'esperienza fatta l'anno scorso, quest'anno vedrete che andrà così..." e ogni anno, misteriosamente, salta fuori una variabile "impazzita" per la quale le loro teorie vengono puntualmente disattese.
Vediamo dal buco della serratura e pretendiamo di sapere alla perfezione cosa c'è al di là della porta....

Massimo M.
29-10-2020, 19:55
Certo affascinate, ma più difficile: più la causa è lontana, più diventa difficile indagarla. Invece la correlazione tra deficit artico e incrementato snow cover è lì, bella in mostra, con tutti i riflettori puntati.
Certo se l'OPI ha fatto una fine ingloriosa, non è che la teoria di Cohen se la passi tanto meglio....
In generale mi fanno "tenerezza" i guru dei forum che ogni anno dicono "eh ma con l'esperienza fatta l'anno scorso, quest'anno vedrete che andrà così..." e ogni anno, misteriosamente, salta fuori una variabile "impazzita" per la quale le loro teorie vengono puntualmente disattese.
Vediamo dal buco della serratura e pretendiamo di sapere alla perfezione cosa c'è al di là della porta....
La correlazione sembra buona se prendiamo gli ultimi 30 anni. Negli anni 70 l'innevamento ottobrino era altrettanto esteso ma in quel periodo il deficit artico non esisteva.
Prima del 1965 non ci sono dati attendibili sull'innevamento per cui è difficile anche valutare una correlazione con l'andamento delle precipitazioni sul sahel.

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Massimo M.
30-10-2020, 07:49
La forzante correlata all'andamento della piovosità sul Sahara e nel Sahel è un pò sottovalutata. Essa riveste un ruolo importantissimo nell'area Mediterranea ed Europea e ha certamente una valenza globale in relazione alla configurazione della circolazione di Walker. Tale forzante ha un ciclo di almeno 100 anni. Se guardiamo il grafico veniamo da un minimo degli anni 80 e siamo in crescita. Quest'anno la piovosità sul bacino del Sahara ha toccato dei record

https://i.imgur.com/gYEZe1e.gif

https://i.imgur.com/nGR6Zff.gif

https://i.imgur.com/q58CocY.gif

https://i.imgur.com/w5Wnat3.gif

Massimo M.
30-10-2020, 17:43
Il forcing è abbastanza semplice: maggior precipitazioni significano maggiore umidità nei suoli. Maggior umidità dei suoli significa temperature più basse della superficie. Queste temperature più basse tuttavia non significano minor energia anzi il contrario. L'effetto calmierante dell'umidità comporta una minor emissione della radiazione verso lo spazio (che dipende appunto dalle T della superficie) e quindi un bilancio radiativo positivo. Dove finisce l'energia in più se le temperature sono più basse? In calore latente che poi si scarica con nuove precipitazione e, soprattutto quando l’effetto è su grande scala, genera con un forcing generale Tropicale sul continente africano. La cella di Walker viene modificata con una tendenza di spostamento della convezione tra oceano indiano e continente africano. La crescita della vegetazione svolge poi un effetto stabilizzante del forcing in quanto trattiene maggiormente l’umidità e la rende sempre disponibile con l’evapotraspirazione.

https://www.ncdc.noaa.gov/sotc/service/global/map-blended-mntp/202008.png

gianni
26-11-2020, 14:50
Il forcing è abbastanza semplice: maggior precipitazioni significano maggiore umidità nei suoli. Maggior umidità dei suoli significa temperature più basse della superficie. Queste temperature più basse tuttavia non significano minor energia anzi il contrario. L'effetto calmierante dell'umidità comporta una minor emissione della radiazione verso lo spazio (che dipende appunto dalle T della superficie) e quindi un bilancio radiativo positivo. Dove finisce l'energia in più se le temperature sono più basse? In calore latente che poi si scarica con nuove precipitazione e, soprattutto quando l’effetto è su grande scala, genera con un forcing generale Tropicale sul continente africano. La cella di Walker viene modificata con una tendenza di spostamento della convezione tra oceano indiano e continente africano. La crescita della vegetazione svolge poi un effetto stabilizzante del forcing in quanto trattiene maggiormente l’umidità e la rende sempre disponibile con l’evapotraspirazione.

https://www.ncdc.noaa.gov/sotc/service/global/map-blended-mntp/202008.png

Se la cella di walker viene modificata forzatamente dalla maggior convezione nel continente africano forzandola a restare sulla terraferma e meno a mare in teoria si dovrebbe assistere a una generale tendenza a rimanere in condizioni di doppia cella indiana come in fase neutra enso

Massimo M.
26-11-2020, 20:24
Se la cella di walker viene modificata forzatamente dalla maggior convezione nel continente africano forzandola a restare sulla terraferma e meno a mare in teoria si dovrebbe assistere a una generale tendenza a rimanere in condizioni di doppia cella indiana come in fase neutra enso
Non sono informato sulle relazioni tra ENSO e regime pluviometrico del Sahel. Il regime ENSO è la circolazione di walker più forte ed ha un forte impatto su tutte le celle di walker.
Ipotizzo invece che la convergenza divergenza della circolazione di walker sul continente africano sia una circolazione debole la cui influenza è limitata alle celle adiacenti e quindi si estende solo all'oceano indiano e all'Atlantico. La circolazione pacifica è così forte che si fa largo e si prende i suoi spazi a prescindere dalle altre circolazioni.

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gianni
26-11-2020, 21:19
Non sono informato sulle relazioni tra ENSO e regime pluviometrico del Sahel. Il regime ENSO è la circolazione di walker più forte ed ha un forte impatto su tutte le celle di walker.
Ipotizzo invece che la convergenza divergenza della circolazione di walker sul continente africano sia una circolazione debole la cui influenza è limitata alle celle adiacenti e quindi si estende solo all'oceano indiano e all'Atlantico. La circolazione pacifica è così forte che si fa largo e si prende i suoi spazi a prescindere dalle altre circolazioni.

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Io credo ci sia una connessione tra le celle di walker pacifica e indiana
In condizioni neutre parte del ramo ascendente del primo pezzo della doppia cella indiana si trova in terra sul continente africano e parte si trova in mare, gli alisei raschiando la superficie marina accumulano acqua calda sul bordo occidentale dell'oceano indiano e accumulandosi sempre più il ramo ascendente splitta verso oriente spostandosi direttamente sul mare e la doppia cella viene a mancare andando costituirsi una sola cella..ascendente sull'ovest indiano e discendente sul pacifico occidentale ( Indonesia)
In questo modo gli alisei sul pacifico si indeboliscono mano a mano e l'acqua calda prima accumulata sul bordo occidentale pacifico trasbordo sul lato orientale andando a instaurare " el Nino "

Massimo M.
26-11-2020, 22:36
Io credo ci sia una connessione tra le celle di walker pacifica e indiana
In condizioni neutre parte del ramo ascendente del primo pezzo della doppia cella indiana si trova in terra sul continente africano e parte si trova in mare, gli alisei raschiando la superficie marina accumulano acqua calda sul bordo occidentale dell'oceano indiano e accumulandosi sempre più il ramo ascendente splitta verso oriente spostandosi direttamente sul mare e la doppia cella viene a mancare andando costituirsi una sola cella..ascendente sull'ovest indiano e discendente sul pacifico occidentale ( Indonesia)
In questo modo gli alisei sul pacifico si indeboliscono mano a mano e l'acqua calda prima accumulata sul bordo occidentale pacifico trasbordo sul lato orientale andando a instaurare " el Nino "
L'effetto continentale sulla cella di walker va letto nell'ambito del ciclo diurno, in cui se c'è umidità sulla terra ferma questa viene spesa nella convezione profonda rafforzando la brezza di mare diurna e il indebolendo quella di terra notturna. Mediamente sul continente si crea un ramo ascendente.

Viceversa su un continente secco manca la convezione profonda la brezza di mare è inibita ed è rafforzata quella di terra. Mediamente sul continente si realizza un ramo discendente.

Nella pompa diurna la temperatura dell'oceano gioca un ruolo minore.

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gianni
26-11-2020, 23:02
L'effetto continentale sulla cella di walker va letto nell'ambito del ciclo diurno, in cui se c'è umidità sulla terra ferma questa viene spesa nella convezione profonda rafforzando la brezza di mare diurna e il indebolendo quella di terra notturna. Mediamente sul continente si crea un ramo ascendente.

Viceversa su un continente secco manca la convezione profonda la brezza di mare è inibita ed è rafforzata quella di terra. Mediamente sul continente si realizza un ramo discendente.

Nella pompa diurna la temperatura dell'oceano gioca un ruolo minore.

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chiaro, ma non mi volevo agganciare alle variazione in precipitazioni nel sahel in quanto il ramo ascendente del primo pezzo della doppia walker indiana sta sulla equatoriale e subequatoriale africana ( repubblica democratica del congo, congo, gabon, la repubblica centrafricana, l'uganda, il sudan del sud... )

In quanto all'aumento delle precipitazioni nel Sahel penso si debba leggere la sua influenza sulla circolazione di walker in un contesto di estensione della fascia intertropicale