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Visualizza la versione completa : Al calor bianco: Ipotesi Madrigali



Simone
23-04-2007, 01:06
www.meteogelo.com
Si sente molto parlare su web della mia teoria Madrigali sul clima, enunciata in parte nel convegno nazionale di Grosseto l’11 novembre 2006, una accurata e minuziosa riflessione sullo studio mirato configurativo che eseguo da diverso tempo, e che trova naturalmente una varietà di consensi come di critiche, del tutto normali in un libero arbitrio di pensiero. Ma mi preme far riflettere gli utenti sull’essenza del mio pensiero, che mi ha portato progressivamente, ad emettere una linea di analisi, che si diversifica di molto, dalla maggioranza di consenso dell’effetto GW sui cambiamenti climatici, portando anche sovente, aspre critiche al sottoscritto. Intanto una precisazione importante da rimarcare, poiché alcuni “personaggi” hanno confuso la mia teoria Madrigali, con la mia analisi invernale emessa a fine estate, quando anticipai di un avvento graduale di freddo e gelo, che poteva interessare l’area italica, e molti erroneamente lo hanno abbinato alla mia teoria sul clima, come se un avvento di un inverno rigido, fosse la premessa di convalida della mia riflessione sul clima.http://www.meteogelo.com/wp-content/uploads/cr1104_orangesunset.jpg Quanto di più errato questo pensiero, poiché la convalida della mia teoria è stata rimarcata proprio con l’autunno/inverno mancato di questi scorsi mesi, che ha palesato ancora di più in maniera concreta e rilevante, la grande potenza decisionale della grande circolazione generale dell’atmosfera, che a suo piacimento, riesce a favorire condizioni termiche e meteoriche assai diversificate su vaste aree del Pianeta, a prescindere dalla latitudine e longitudine. Questo fatto deve far riflettere tutti gli utenti, poiché dimostra come il clima sulla superfice del Pianeta, abbia una corrispondenza importante con le vicissitudini di “umore” della corrente a getto della libera atmosfera, che riesce sempre e dovunque, a modificare anche sensibilmente, le vicissitudini meteoclimatiche al suolo. Ritornando alla mancata previsione di un inverno rigido progressivo in sede italica, posso affermare che è stata una sorpresa anche per me, poiché non ero il solo, vedere il climatologo Roeder con l’emissione delle stagionali, ad aver anticipato una situazione meteoclimatica invernale, che poteva avere un crescendo di freddo rilevante, ma ancora una volta, a conferma della teoria Madrigali, la corrente a getto ha letteralmente stravolto le aspettative termiche e meteoriche enunciate, confermando ulteriormente la rilevanza del flusso in quota. Ho percepito in questo pensiero di lettura della mia teoria, in alcuni utenti, una certa confusione di analisi riguardo la causa/effetto, poiché non è assolutamente vero che un avvento di subtropicale afromediterranea in tempi non sospetti, anche costante ed assidua, non possa essere la chiave di svolta susseguente meteoclimatica, rivolta verso un nuovo raffreddamento a seguire, che può avere effetti transitori come il ventennio ’60-’70, o molto più permanenti come l’ultima Peg avvenuta dal 1500 al 1850 D.C. http://www.meteogelo.com/wp-content/uploads/berriesicicles1.jpgNegli anni antecedenti al ventennio più freddo ’60-’70, abbiamo avuto in maniera anche costante, rimonte altopressorie subtropicali continentali, in avvento sul Vecchio Continente con situazioni termiche anche sopramedia vistose, sempre in tempi non sospetti, e con situazioni estreme anche eclatanti, tipo valori a 850 hPa di -30 in Russia con in area mediterranea incrementi termici opposti, intorno i +10° sempre a 850 hPa in febbraio. Questo a riprova di come il meteoclima sul Pianeta, sia basato su una pura cabala configurativa, con una casualità estrema veramente sorprendente, tipo la variabilità atmosferica che può accadere in una qualsiasi giornata estiva, come una giornata ridente di sole seguita da un fortunale temporalesco rilevante e incisivo. La mia teoria Madrigali descrive e analizza questa cabala configurativa che può avere degli “estremi” anche rilevanti, e con cause effetto possibili, diversificate a seconda della perseveranza e dell’azione del getto in quota, ed in questo basti pensare allo scorso inverno, del tutto assente in area italica come inizialmente in USA,in Europa settentrionale e in Russia, ma a seguire, deciso e perseverante nel resto dell’inverno, eccetto sul Mediterraneo centrale e a fasi alterne sull’Europa centro-occidentale. La mia riflessione sul clima enuncia, in maniera semplice e concreta, come la circolazione generale dell’atmosfera, con il VP, abbia in mano le sorti meteoclimatiche di tutto il pianeta, e di come gli basti veramente poco per farci “pendere” fra un proseguimento di relativo optimum termico come quello attuale, ad un avvento concreto di nuova fase più fredda, similare alla Peg del 1500 D.C. La superfice del Pianeta è composta da 2/3 di superfice marina e l’emisfero boreale ha la concentrazione dominante di continenti rispetto all’emisfero australe, e posso tranquillamente affermare, che se potessi interagire con la grande circolazione generale dell’atmosfera, modificando le variazioni configurative con rimonte altopressorie e cavi d’onda cicloniche come onde stazionarie, finirei per alterare , come opera la natura ogni giorno, sulla circolazione generale dell’atmosfera, a tal punto di avere una dominante “fredda” sui continenti boreali e subtropicale più calda, di media sugli Oceani, con flusso polare sempre più in discesa di latitudine come di conseguenza del fronte polare, ed innescherei una causa effetto scatenante, che sarebbe il preludio all’inizio di un nuovo ciclo di raffreddamento, transitorio o a più lungo respiro come la Peg. Ricordiamoci che i Ghiacciai si alimentano con le precipitazioni, e per avere una sua estensione e non una regressione, sono importanti “le precipitazioni”, come basilari sono per un processo di raffreddamento, la dominante di azioni configurative “fredde” nel periodo “estivo”, che impediscono il regredire del manto nevoso invernale, e sono la genesi di accumulo a seguire, di quello successivo autunnale-invernale. http://www.meteogelo.com/wp-content/uploads/weepingwillow.jpg In conclusione, non vi è da preoccuparsi per un inverno mancato in Italia, ma come è stato in seguito “perseverante” in USA come sul nord dell’Europa e in Russia, e dobbiamo riflettere maggiormente sulle possibili azioni lesive configurative nei confronti delle stagioni più calde (primavera ed estate), poiché una azione di disturbo “ad oltranza”, in ingresso in queste stagioni, tipo il giugno del 2006, del tutto normale ed “attuabile” per la corrente a getto, provocherebbe una causa/effetto domino devastante, e metterebbe le basi per un processo di passaggio alla nuova era glaciale, oramai imminente. E per imminente si intende nel proseguo dei prossimi decenni, ma ponendo una importante riflessione, riguardo una era interglaciale oramai conclusa, vecchia di 13000 anni, e di una media trentennale di riferimento climatica, del tutto impropria come riferimento, per le vicissitudini termiche del Pianeta, che si sono succedute nel corso dei millenni e non certo in 30 anni, fra alti e bassi di temperatura anche estremi. La teoria Madrigali pone quindi una riflessione dovuta a quanto sia improprio non considerare la grande cabala configurativa del getto in quota, quale causa scatenante della variazione meteoclimatica del Pianeta, e di come gli basterà veramente poco, per farci ricadere progressivamente, nel contesto climatico senza ritorno della prossima era glaciale di ben 100.000 anni tondi. La natura ha da sempre palesato, con la sua storia climatica, che ha le basi configurative in quota, per raffreddare con decisione il nostro Pianeta, e se fossimo stato all’inizio dell’era interglaciale, avrei sicuramente gridato ad un progressivo riscaldamento futuro, se pur con alti e bassi costanti, ma la storia meteoclimatica, sentenzia di una era interglaciale oramai conclusa, e di conseguenza appare evidente e palese cosa ci aspetta nel prossimo futuro. Ricordiamoci che il passaggio finale configurativo di fine era interglaciale, non può essere certamente lineare e costante, ed esente da cause effetto eclatanti, ma in realtà variegato e burrascoso nella sua disposizione barica, poiché è il fine della natura che giustifica i mezzi, e quindi in un processo di trasformazione climatica, l’estremizzazione diventa una “regola”, per poi attenuarsi progressivamente al termine del processo, per la logica prevalenza della dominante termica di riferimento, in questo caso fredda polare.Tornerò ancora sulla mia teoria Madrigali sul clima, con altre considerazioni e aspetti meteoclimatici come configurativi importanti.

Massimiliano
23-04-2007, 08:31
Una sola cosa Simone.
Era il caso di aprire un post di Madrigali in un forum meteo?

capo
23-04-2007, 09:42
Una sola cosa Simone.
Era il caso di aprire un post di Madrigali in un forum meteo?
:laugh :laugh

fabio76
23-04-2007, 11:28
:laugh :laugh

All'inizio quando leggevo i suoi articoli mi sembravano sensati, ma forse perchè raccontava quello che io volevo sentire, e nn quello che capitava realmente.Insomma, nn era obbiettivo.
Ora mi sembra un pa**o.:triste :triste :triste :triste :triste :triste :triste :triste :triste :triste

Simone
23-04-2007, 12:30
Max:

:laugh

No dai, comunque è un'ipotesi come 10000 altre e, pur non spiegando propio nulla a mio avviso, merita di finire anche in un forum meteo! :si

Tornando nel serio possiamo invece cogliere un punto importante e corretto nel testo precedente: ovvero la grande importanza della circolazione nelle alte quote sui mutamenti delle figure sinottiche ai piani inferiori.
E' chiaro che una costante mutazione delle traiettorie della JS si può influenzare pesantemente il clima su scala globale.
Dove il Madrigali pecca potentemente, a mio avviso, è nel NON ricercare minimamente su ciò che sta alle spalle della JS, ovvero le varie interazioni tra masse d'aria con densità ed energie differenti.
POssiamo dunque leggere delle pur discrete considerazioni "meteorologiche",anche se di climatico non trovo praticamente nulla.

Vedo invece molto "misticismo pseudo-scientifico" incarnato in un'attesa spasmodica per un inizio di era glaciale che, "ad occhio e croce" sarà il prox mese, o forse il prossimo anno o il prossimo secolo, l'inizio è ovviamente molto vago complice la grande incertezza che affligge lo scrivente toscano!

Poco importa però al "nostro", che ha assemblato progressivamente una teoria ( ipotesi ) difficilmente confutabile in quanto talmente "spugnosa" da assorbire con disinvoltura, anzi da basarsi, su un propio costante fallimento previsionale.
Grave è l'assioma fondante, ovvero che ad una stagione nata morta ( come il precedente inverno ) debba corrispondere un successivo ciclo climatico ( attenzione, si parla di cicli, non di mesi) inverso "lesivo delle stagioni più stabili"...su che basi si fonda questa considerazione?
Speriamo che il sign. Madrigali risponda a queste nostre difficoltà interpretative!

:salut:salut

Icecube
23-04-2007, 13:05
Vabbè... dobbiamo aggiungere qualcosa?
Per carità... io ci farei la firma.. è quello che vorrei sempre sentirmi dire da Giuliacci.....

Però evidentemente le condizioni attuali non permettono, a mio avviso, di pensarla così.

Certo, come dice Simone, è una teoria come tante altre.. peccato manchino (oppure omette?) veri dati per validare la sua teoria.