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Visualizza la versione completa : Ma guarda...guarda......



Massimiliano
15-05-2007, 08:59
Anzi,forse è meglio dire,non guardate non guardate.......

http://www.wetterzentrale.de/pics/MT8_Verona_ens.png

ordunque,c'è ancora qualcuno che abbia qualche dubbio sul fatto che maggio '07 finirà di oltre i 2° le proprie medie e vicino ai +3°.
Insomma qualcuno pensa veramente che non ci siano le basi per un'altra estate '03,ma ben peggiore..........:confused: :D

Marco C.
15-05-2007, 09:18
Io invece credo che a luglio od agosto ci sarà un temporaneo collasso dell'estate più o meno lungo come negli ultimi due anni...con questo non voglio dire che smetterà il caldo ma credo che alla lunga con questo riscaldamento il gradiente termico incredibile che si sta scavando tra l'Europa e ciò che le sta attorno porterà a della instabilità concentrata in un unico periodo

Massimiliano
15-05-2007, 09:29
Io invece credo che a luglio od agosto ci sarà un temporaneo collasso dell'estate più o meno lungo come negli ultimi due anni...con questo non voglio dire che smetterà il caldo ma credo che alla lunga con questo riscaldamento il gradiente termico incredibile che si sta scavando tra l'Europa e ciò che le sta attorno porterà a della instabilità concentrata in un unico periodo
E potrebbe essere anche da settembre.......anzi proprio perchè ha già fatto 2 agosto "freddi" la probabilità che quest'anno sia caldo è molto alta,senza considerare che nessuna previsione estiva,per quel che valgono naturalmente è improntata al fresco! :si anzi esattamente il contrario!

il Carmagnola
15-05-2007, 10:17
E potrebbe essere anche da settembre.......anzi proprio perchè ha già fatto 2 agosto "freddi" la probabilità che quest'anno sia caldo è molto alta,senza considerare che nessuna previsione estiva,per quel che valgono naturalmente è improntata al fresco! :si anzi esattamente il contrario!

Ahimè non v'è traccia di elementi che possano incoraggiare speranze di inversione di tendenza.:triste

Allego un articolo tratto da La Stampa Web di stamattina:


Addio ai ghiacciai della Vallèe


COURMAYEUR
«Le montagne saranno nere». Senza ghiaccio. E’ la sentenza di condanna per le Alpi. E per la regione più glaciale d’Italia, la piccola Valle d’Aosta, significa «desertificazione» nel giro di un secolo. Il «se» c’è ed è rappresentato dal clima: se quanto accaduto in questi ultimi anni continuerà, se le temperature si manterranno cioè più alte delle consuete medie stagionali. Basta un grado in più in un anno, perché le terre gelate (il permafrost) diventino esili e lascino i monti all’effetto devastante dell’erosione e della gravità. I ghiacciai valdostani in un anno hanno perso milioni di metri cubi d’acqua.

Il disastro è cominciato nell’estate più calda degli ultimi due secoli, quella del 2003. Gli effetti si sono prolungati, le rocce sono affiorate, occhi neri fra i ghiacciai e le pareti delle montagne hanno cominciato a franare. Gli ultimi imponenti crolli sono dell’estate scorsa sul Cervino. I ghiacciai arretrano di decine di metri ogni anno, le morene diventano più grandi, detriti in bilico. I versanti delle vallate sono fragili e dove il ghiaccio si perde fra le ghiaie si formano pericolosi laghi.

Un mondo in agonia. Lo dicono gli scienziati, lo dimostrano le cifre. Le immagini senza appello dei satellite, le misurazioni con il Gps, le foto confrontate anno dopo anno. Ieri alcuni dati sulla malattia dei ghiacciai sono stati commentati dall’assessore regionale Alberto Cerise, che ha illustrato il lavoro della «Cabina di regia dei ghiacciai valdostani». Tra il 1975 e il 1999 si sono trasformati in acqua 34 chilometri quadrati di ghiaccio. Cifre ottenute con il «volo ortofotogrammetrico». Ma non è che un capitolo di un’apocalisse: ora si attende quanto rilevato nel 2005. Il rischio è che in sei anni la superficie glaciale valdostana si sia assottigliata come in quei 24 anni.

I ghiacciai della Valle sono 216 e coprono il 5% della superficie della Regione. «Le loro dinamiche - dice Cerise - incidono in modo determinante sul territorio. Penso alle risorse idriche in calo e ai rischi naturali». Uno dei guai possibili si annuncia ai piedi della Becca di Tos, tra le due vallate del Parco del Gran Paradiso, Rhêmes e Valsavarenche. Addio permafrost e le morene stanno scivolando senza più la «colla» del gelo perenne. Una frana di 300 mila metri cubi, come precisa l’assessore: «Occorrerà fare una diga non per l’acqua, ma per la morena».

In un anno il ghiacciaio del Rutor a La Thuile ha lasciato scorrere 14 milioni di metri cubi d’acqua. In sette anni un ghiacciaio della Valsavarenche, quello del Grand Etret, ha perso 7,9 metri di spessore. Nevica solo alle quote più alte. Analisi che fa parte dello studio della «Cabina di regia dei ghiacciai» coordinata dalla Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur e a cui collabora anche l’Arpa. La zona della neve è quella di «alimentazione» dei ghiacciai. Nel giugno dello scorso anno il terreno era innevato tra i 2500 e i 2700 metri. Il mese dopo il bianco si era ritirato ai 3 mila. Niente più «cibo» per i ghiacciai."

Non ci resta che prenderne atto e metterci all'opera seriamente per affrontare i nuovi scenari climatici.

Roberto :salut :salut

zampatafredda
15-05-2007, 10:30
...ormai si va in media solo con le irruzioni fresche.... per il resto è un'abitudine esser sopra i +3° media:ouch

Marco C.
15-05-2007, 10:30
tristezza infinita :triste

Simone
15-05-2007, 10:31
Ahimè non v'è traccia di elementi che possano incoraggiare speranze di inversione di tendenza.:triste

Allego un articolo tratto da La Stampa Web di stamattina:


Addio ai ghiacciai della Vallèe


COURMAYEUR
«Le montagne saranno nere». Senza ghiaccio. E’ la sentenza di condanna per le Alpi. E per la regione più glaciale d’Italia, la piccola Valle d’Aosta, significa «desertificazione» nel giro di un secolo. Il «se» c’è ed è rappresentato dal clima: se quanto accaduto in questi ultimi anni continuerà, se le temperature si manterranno cioè più alte delle consuete medie stagionali. Basta un grado in più in un anno, perché le terre gelate (il permafrost) diventino esili e lascino i monti all’effetto devastante dell’erosione e della gravità. I ghiacciai valdostani in un anno hanno perso milioni di metri cubi d’acqua.

Il disastro è cominciato nell’estate più calda degli ultimi due secoli, quella del 2003. Gli effetti si sono prolungati, le rocce sono affiorate, occhi neri fra i ghiacciai e le pareti delle montagne hanno cominciato a franare. Gli ultimi imponenti crolli sono dell’estate scorsa sul Cervino. I ghiacciai arretrano di decine di metri ogni anno, le morene diventano più grandi, detriti in bilico. I versanti delle vallate sono fragili e dove il ghiaccio si perde fra le ghiaie si formano pericolosi laghi.

Un mondo in agonia. Lo dicono gli scienziati, lo dimostrano le cifre. Le immagini senza appello dei satellite, le misurazioni con il Gps, le foto confrontate anno dopo anno. Ieri alcuni dati sulla malattia dei ghiacciai sono stati commentati dall’assessore regionale Alberto Cerise, che ha illustrato il lavoro della «Cabina di regia dei ghiacciai valdostani». Tra il 1975 e il 1999 si sono trasformati in acqua 34 chilometri quadrati di ghiaccio. Cifre ottenute con il «volo ortofotogrammetrico». Ma non è che un capitolo di un’apocalisse: ora si attende quanto rilevato nel 2005. Il rischio è che in sei anni la superficie glaciale valdostana si sia assottigliata come in quei 24 anni.

I ghiacciai della Valle sono 216 e coprono il 5% della superficie della Regione. «Le loro dinamiche - dice Cerise - incidono in modo determinante sul territorio. Penso alle risorse idriche in calo e ai rischi naturali». Uno dei guai possibili si annuncia ai piedi della Becca di Tos, tra le due vallate del Parco del Gran Paradiso, Rhêmes e Valsavarenche. Addio permafrost e le morene stanno scivolando senza più la «colla» del gelo perenne. Una frana di 300 mila metri cubi, come precisa l’assessore: «Occorrerà fare una diga non per l’acqua, ma per la morena».

In un anno il ghiacciaio del Rutor a La Thuile ha lasciato scorrere 14 milioni di metri cubi d’acqua. In sette anni un ghiacciaio della Valsavarenche, quello del Grand Etret, ha perso 7,9 metri di spessore. Nevica solo alle quote più alte. Analisi che fa parte dello studio della «Cabina di regia dei ghiacciai» coordinata dalla Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur e a cui collabora anche l’Arpa. La zona della neve è quella di «alimentazione» dei ghiacciai. Nel giugno dello scorso anno il terreno era innevato tra i 2500 e i 2700 metri. Il mese dopo il bianco si era ritirato ai 3 mila. Niente più «cibo» per i ghiacciai."

Non ci resta che prenderne atto e metterci all'opera seriamente per affrontare i nuovi scenari climatici.

Roberto :salut :salut

per quanto siano cose note, leggere articoli come questi mette sempre tanta tristezza! :triste:triste

gianni12
15-05-2007, 10:37
Buongiorno a tutti amici del forum...faccio la mia solita considerazione da inesperto meteo....Ho fatto un giretto tra i vari siti che si occupano di previsioni a lunghissima scadenza..le stagionali per intenderci e come dice il sempre attento massimiliano nessuna lascia scampo tutte sono improntate al caldo più totale...paradassalmente sembra che farà più caldo in italia e europa che in alcune zone dell'africa....verificherò personalmente la cosa:si
Mi chiedevo però se non cè il rischio in queste previsioni di abbandonare completamente altre strade che conducono ad altri scenari meteo magari meno caldi...della serie siccome fa caldo non possiamo che prevedere altro caldo magari scartando altre variabili che si presentano..è un quesito che mi pongo spesso...certo finora il caldo domina e di conseguenza la ragione è sicuramente dalla parte di questi previsori che si spingono in zone da sfera di cristallo pura....altro quesito che mi pongo spesso è questo:visto che fa sempre così caldo non dovrebbe esserci maggiore vapore acqueo nell'atmosfera in grado di generare perturbazioni e quindi darci pioggia?Almeno questo è quello che penso io e quindi chiedo lumi ai più esperti di meteo....
Infine veramente preoccupante la situazione che ci ha descritto il nostro amico di torino...vado spesso in vacanze in valle d'aosta e devo dire che ho constato di persona la situazione di una regione dove piove nevica sempre meno e che assomiglia sempre più ad una landa desertica...che è un po la fine che faranno molte zone del nord se persisteranno queste condizioni che come dice massimiliano ci trasciniamo in modo più o meno continuo dal 2003...Dite bene che dovremo abituarci a questo nuovo clima ma io rimango della mia posizione e guardoo solo in casa nostra italiana: non siamo assolutamente pronti e non abbiamo nemmeno le contromisure in mente anche a lungo termine...aspettiamo sempre la pioggia miracolosa e questo la dice tutta sulla nostra strategia......una buona giornata a tutti:apll :salut