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Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave
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Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave
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Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave
Le variazioni di ozono periodiche intra annuali specificatamente da giorni a mesi hanno un ottima correlazioni con gli spostamenti dovuti alle attività delle onde di rossby.
Ho trovato ulteriori studi che riguardano la concentrazione media dell'ozono in ozonosfera in seguito a variazioni astrofisiche della nostra stella.
- C. R. Beckie,Determining the Polar Cosmic Ray Effect on Cloud Microphysics and the Earth’s Ozone Layer, UCGE Reports No.20356 (The University of Calgary,2012)
- R. E. Johnson,Energetic Charge-Particles Interactions with Atmospheres and Surfaces, Physics and Chemistry in Space Planetology, Vol. 19 (Springer-Verlag, Berlin, 1990)
- L. G. Christophorou, D.L. McCorkle and A. A. Christodoulides, in Electron-Molecule Interactions and Their Applications, Vol. 1, Ed. L. G. Christophorou (Academic Press, Orlando, 1984)
- D. G. Torr, in The Photochemistry of Atmospheres, Ed. J. S. Levine (Academic Press, Orlando, 1985)
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Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave
Avevo letto che nell'ambito di un ciclo solare a fronte di un TSI costante potevano esserci variazioni significative della componente UV. La relazione con la precipitazione di elettroni ad alta energia non l'avevo mai approfondita.
Mi sono quindi documentato con questo articolo: https://angeo.copernicus.org/articles/39/883/2021/
Si parla tuttavia di implicazioni climatiche "The EPP contribution is now recognized as an important part of solar forcing in climate simulations (Matthes et al., 2017), particularly when assessing regional climate variability in the polar regions over decadal timescales."
La presenza di ozono agisce sul bilancio radiativo dell'atmosfera e una sua variazione crea uno squilibrio che si colma in archi temporali lunghi. Le variazioni di ozono annuali dipendono prevalentemente dall'attività delle onde di Rossby planetarie. La situazione meteorologica dell'attuale inverno dipende da altre teleconessioni più vincolanti. Ma magari l'impostazione di queste teleconessionideriva dipende da un lungo forcing operato da altri fattori come quello che citi. Tuttavia per la dinamicità l'inverno scorso è stato opposto a questo.Last edited by Massimo M.; 31-01-2022, 16:10.
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Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave
Sappiamo che radiazioni solari inferiori ai 242 nm scindono l'o2 in due molecole di ossigeno atomico, le quali le une si combinano con altro o2 a formare l'o3.
Le radiazioni in lunghezza d'onda tra i 240 nm e i 340 nm scindono l'o3 e formano una molecola di o2 e una di ossigeno atomico.
Nelle zone equatoriali avviene invece la maggiore produzione di ozono perché queste regioni sono più esposte all'irraggiamento solare, ma gran parte delle molecole di ozono prodotte sull'equatore sono trasportate dai venti stratosferici verso i poli.
Si può ipotizzare che quando il vento solare si fa più intenso e il flusso elettronico maggiore aumenta il momento elettromagnetico delle correnti ionosferiche e di seguito poi c'è un depauperamento di ozono alle alte latitudini e un lieve incremento alle basse e viceversa ?
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Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave
Ho notato che quando il flusso elettronico è meno intenso le concentrazioni di ozono sono maggiori alle alte latitudini e minori alle alte e viceversa nei periodi quando il flusso elettronico si fa più intenso.
Flussi elettronici in sequenza da dicembre 09 a febbraio 2010
picture hosting
Getti inverno 09/10
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Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave
Questi sono gli effetti sulla concentrazione dell'ozono nel SH a causa del SSW del 2019
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Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave
Originariamente inviato da gianni Visualizza il messaggio
Questa è la mappa delle concentrazioni. Direi che le differenze con la media climatologica sono lievi.
Nell'emisfero boreale la morfologia complessa genera delle ampie rossby planetarie per cui l'attività d'onda è molto più efficace rispetto all'emisfero australe. Le massime concentrazioni si verificano infatti nelle surf zones caratteristiche delle onde planetarie.
Nel 2019 c'è stato un SSW nell'emisfero australe che riporto l'ozono quasi su valori normali.
La presenza di ozono nel SH è quindi ridotto non solo per i CFC ma anche a causa della scarsa incisività del breaking wave della rossby.Last edited by Massimo M.; 29-01-2022, 20:57.
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Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave
Originariamente inviato da Massimo M. Visualizza il messaggioL'ozono agisce con un riscaldamento della stratosfera per assorbimento degli UV, nelle aree in cui ovviamente è presente radiazione solare. Una mancanza di ozono produce un raffreddamento dello stratosfera e un riscaldamento della bassa troposfera. Negli primi due interessanti articoli che hai riportato si studiano gli effetti climatici di lungo periodo nel SH. Cioè il jet stream del SH climaticamente si è spostato verso il polo a causa dello squilibrio radiativo.
Nell’ultimo articolo si riporta come ho indicato gli effetti del jet stream sulle concentrazioni di ozono: “It is conjectured that the local ozone maximum and tropopause inversion layer may be associated with mixing processes in the layer where stratospheric and tropospheric circulation cells come into contact near the core of the subtropical jet stream.” Cioè I massimi di concentrazione di ozono si verificano nelle aree di breaking wave o surf zone. Questo perché la circolazione stratosferica di Brewer-Dobson viene ripresa con il frangere della Rossby che come un’onda marina cattura l’aria stratosferica e la riporta in troposfera. Nelle zone soggette ad alta frequenza e intensità del breaking wave converge il flusso stratosferico proveniente dalle zone equatoriali ricco di ozono.
A livello climatico le variazioni di ozono su grandi aree (tipo SH) hanno un impatto sul bilancio radiativo e rappresentano degli elementi in grado di modificare la posizione climatica del jet stream.
A livello meteorologico l’effetto dell’ozono è una forzante debole e comunque agisce solo dove è presente radiazione solare. La distribuzione attuale della concentrazione di ozono non è altro che la rappresentazione dello stato della circolazione di Brewer-Dobson.
Guardando la mappa delle anomalie attuali di ozono possiamo anche fare delle considerazioni:
- In area tropicale si nota un lieve deficit proprio nelle zone dove si è concentrata la MJO (fasi 6,7,8). Questo perché il flusso verticale che alimenta la circolazione di Brewer-Dobson è li e quindi l’ozono che si forma viene costantemente diluito da aria nuova che entra.
- In area polare NH vi è una carenza . Questo è normale anche in relazione al fatto che quest’anno non ci sono stati particolari intrusioni d’onda nel core polare
- Nella zona delle Azzorre c’è una concentrazione maggiore a testimonianza che l’onda planetaria atlantica W2 è stata vivace ma purtroppo bassa e quindi non intrusiva.
- Tra Siberia e Alsaska c’è un’altra zona di concentrazione dovuta all’attività della W1. In questo caso è stata intrusiva.
Nella media climatologica invece appare che tendenzialmente le massime concentrazioni di ozono si trovano vicine al polo geomagnetico nord
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Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave
Originariamente inviato da gianni Visualizza il messaggioBuongiorno Massimo !
Ti lascio i link riguardo ai studi sopra nominati
26 November 2020 / Kiel. Ozone in the stratosphere not only protects life on earth from dangerous UV radiation. It can also influence the dynamics of the atmosphere and thus ultimately the weather in the lowest layer of the atmosphere, the troposphere. A new study conducted by the GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research Kiel now shows that a precise but also complex calculation of ozone concentrations in atmosphere-ocean models is necessary to be able to understand changes of the jet stream in the Southern Hemisphere. The results have now been published in the international journal Atmospheric Chemistry and Physics.
Abstract. Southern Hemisphere lower-stratospheric ozone depletion has been shown to lead to a poleward shift of the tropospheric jet stream during austral summer, influencing surface atmosphere and ocean conditions, such as surface temperatures and sea ice extent. The characteristics of stratospheric and tropospheric responses to ozone depletion, however, differ among climate models depending on the representation of ozone in the models. The most appropriate way to represent ozone in a model is to calculate it interactively. However, due to computational costs, in particular for long-term coupled ocean–atmosphere model integrations, the more common way is to prescribe ozone from observations or calculated model fields. Here, we investigate the difference between an interactive and a specified chemistry version of the same atmospheric model in a fully coupled setup using a nine-member chemistry–climate model ensemble. In the specified chemistry version of the model the ozone fields are prescribed using the output from the interactive chemistry model version. We use daily resolved ozone fields in the specified chemistry simulations to achieve a very good comparability between the ozone forcing with and without interactive chemistry. We find that although the shortwave heating rate trend in response to ozone depletion is the same in the different chemistry settings, the interactive chemistry ensemble shows a stronger trend in polar cap stratospheric temperatures (by about 0.7 K decade−1) and circumpolar stratospheric zonal mean zonal winds (by about 1.6 m s−1 decade−1 as compared to the specified chemistry ensemble. This difference between interactive and specified chemistry in the stratospheric response to ozone depletion also affects the tropospheric response. However, an impact on the poleward shift of the tropospheric jet stream is not detected. We attribute part of the differences found in the experiments to the missing representation of feedbacks between chemistry and dynamics in the specified chemistry ensemble, which affect the dynamical heating rates, and part of it to the lack of spatial asymmetries in the prescribed ozone fields. This effect is investigated using a sensitivity ensemble that was forced by a three-dimensional instead of a two-dimensional ozone field. This study emphasizes the value of interactive chemistry for the representation of the Southern Hemisphere stratospheric-jet response to ozone depletion and infers that for periods with strong ozone variability (trends) the details of the ozone forcing could also have an influence on the representation of southern-hemispheric climate variability.
https://link.springer.com/article/10...01433811050021
Nell’ultimo articolo si riporta come ho indicato gli effetti del jet stream sulle concentrazioni di ozono: “It is conjectured that the local ozone maximum and tropopause inversion layer may be associated with mixing processes in the layer where stratospheric and tropospheric circulation cells come into contact near the core of the subtropical jet stream.” Cioè I massimi di concentrazione di ozono si verificano nelle aree di breaking wave o surf zone. Questo perché la circolazione stratosferica di Brewer-Dobson viene ripresa con il frangere della Rossby che come un’onda marina cattura l’aria stratosferica e la riporta in troposfera. Nelle zone soggette ad alta frequenza e intensità del breaking wave converge il flusso stratosferico proveniente dalle zone equatoriali ricco di ozono.
A livello climatico le variazioni di ozono su grandi aree (tipo SH) hanno un impatto sul bilancio radiativo e rappresentano degli elementi in grado di modificare la posizione climatica del jet stream.
A livello meteorologico l’effetto dell’ozono è una forzante debole e comunque agisce solo dove è presente radiazione solare. La distribuzione attuale della concentrazione di ozono non è altro che la rappresentazione dello stato della circolazione di Brewer-Dobson.
Guardando la mappa delle anomalie attuali di ozono possiamo anche fare delle considerazioni:
- In area tropicale si nota un lieve deficit proprio nelle zone dove si è concentrata la MJO (fasi 6,7,8). Questo perché il flusso verticale che alimenta la circolazione di Brewer-Dobson è li e quindi l’ozono che si forma viene costantemente diluito da aria nuova che entra.
- In area polare NH vi è una carenza . Questo è normale anche in relazione al fatto che quest’anno non ci sono stati particolari intrusioni d’onda nel core polare
- Nella zona delle Azzorre c’è una concentrazione maggiore a testimonianza che l’onda planetaria atlantica W2 è stata vivace ma purtroppo bassa e quindi non intrusiva.
- Tra Siberia e Alsaska c’è un’altra zona di concentrazione dovuta all’attività della W1. In questo caso è stata intrusiva.
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Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave
Originariamente inviato da Massimo M. Visualizza il messaggioL'ozono si trova in bassa e media stratosfera. Le onde di Rossby sono onde gravitazionali che, come l'onda causata dall'eruzione del vulcano Tonga, si muovono sull'interfaccia della tropopausa e quindi in un ambiente dove la concentrazione di ozono è residuale.
Per quel poco che ho imparato è il breaking wave della Rossby che influenza la presenza di ozono alle medie latitudini e non il viceversa, in quanto la rottura dell'onda rappresenta il principale motore della circolazione di Brewer-Dobson. L'ozono più che influenzare la Rossby rappresenta la traccia dove si manifesta il breaking wave. Elevate concentrazioni di ozono in un'area alle medie latidudini significa che in quella zona è attivo e forte il breaking wave.
Se hai qualche articolo che spiega l'influenza dell'ozono sulla Rossby sono sempre ben disposto a studiare
La domanda di bussy75 era "il perché del persistere,anche in maniera logorroica...di questi pattern". La mia risposta è "il principale elemento sospetto di colpevolezza". Quindi parlo di principale non unico... L'articolo che ho postato si intitola "ENSO Modulation of MJO Teleconnections to the North Atlantic and Europe".
La convenzione pacifica produce una successione di zone di convergenza e divergenza secondo lo schema
Il blocco della convezione produce di fatto un blocco dell'ondulazione indotta nel polar jet stream. Quindi per me il persistere del presente regime climatico è dovuto a ciò.
Ti lascio i link riguardo ai studi sopra nominati
26 November 2020 / Kiel. Ozone in the stratosphere not only protects life on earth from dangerous UV radiation. It can also influence the dynamics of the atmosphere and thus ultimately the weather in the lowest layer of the atmosphere, the troposphere. A new study conducted by the GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research Kiel now shows that a precise but also complex calculation of ozone concentrations in atmosphere-ocean models is necessary to be able to understand changes of the jet stream in the Southern Hemisphere. The results have now been published in the international journal Atmospheric Chemistry and Physics.
Abstract. Southern Hemisphere lower-stratospheric ozone depletion has been shown to lead to a poleward shift of the tropospheric jet stream during austral summer, influencing surface atmosphere and ocean conditions, such as surface temperatures and sea ice extent. The characteristics of stratospheric and tropospheric responses to ozone depletion, however, differ among climate models depending on the representation of ozone in the models. The most appropriate way to represent ozone in a model is to calculate it interactively. However, due to computational costs, in particular for long-term coupled ocean–atmosphere model integrations, the more common way is to prescribe ozone from observations or calculated model fields. Here, we investigate the difference between an interactive and a specified chemistry version of the same atmospheric model in a fully coupled setup using a nine-member chemistry–climate model ensemble. In the specified chemistry version of the model the ozone fields are prescribed using the output from the interactive chemistry model version. We use daily resolved ozone fields in the specified chemistry simulations to achieve a very good comparability between the ozone forcing with and without interactive chemistry. We find that although the shortwave heating rate trend in response to ozone depletion is the same in the different chemistry settings, the interactive chemistry ensemble shows a stronger trend in polar cap stratospheric temperatures (by about 0.7 K decade−1) and circumpolar stratospheric zonal mean zonal winds (by about 1.6 m s−1 decade−1 as compared to the specified chemistry ensemble. This difference between interactive and specified chemistry in the stratospheric response to ozone depletion also affects the tropospheric response. However, an impact on the poleward shift of the tropospheric jet stream is not detected. We attribute part of the differences found in the experiments to the missing representation of feedbacks between chemistry and dynamics in the specified chemistry ensemble, which affect the dynamical heating rates, and part of it to the lack of spatial asymmetries in the prescribed ozone fields. This effect is investigated using a sensitivity ensemble that was forced by a three-dimensional instead of a two-dimensional ozone field. This study emphasizes the value of interactive chemistry for the representation of the Southern Hemisphere stratospheric-jet response to ozone depletion and infers that for periods with strong ozone variability (trends) the details of the ozone forcing could also have an influence on the representation of southern-hemispheric climate variability.
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Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave
Ora che la MJO molla la fase 7 e si porta in fase 4, si apre la speranza di una modifica del regime climatico nel mediterraneo centrale. In tal senso le emissioni odierne sia di GFS che ECW fanno sperare ad uno sblocco atlantico
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Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave
Originariamente inviato da gianni Visualizza il messaggioI getti in tropopausa oltre a ricevere energia dalla convezione delle basse latitudini oceaniche e da tutta la convezione troposferica specie delle zone equatoriali , dipendono anche dall'interazione con lo strato d'ozono e dalla sua sua posizione in ozonosfera, il che varia chimicamente la tropopausa e ne modifica il gradiente.
Per quel poco che ho imparato è il breaking wave della Rossby che influenza la presenza di ozono alle medie latitudini e non il viceversa, in quanto la rottura dell'onda rappresenta il principale motore della circolazione di Brewer-Dobson. L'ozono più che influenzare la Rossby rappresenta la traccia dove si manifesta il breaking wave. Elevate concentrazioni di ozono in un'area alle medie latidudini significa che in quella zona è attivo e forte il breaking wave.
Se hai qualche articolo che spiega l'influenza dell'ozono sulla Rossby sono sempre ben disposto a studiare
Originariamente inviato da gianni Visualizza il messaggioGiacché, sicuri che la variabilità circolatoria e di distribuzione in evoluzione della massa atmosferica nel macro areale euro atlantico dipenda solamente dalla variabilità calorifica del pacifico equatoriale ?
Non siamo le Americhe, siamo l'europa.
La convenzione pacifica produce una successione di zone di convergenza e divergenza secondo lo schema
Il blocco della convezione produce di fatto un blocco dell'ondulazione indotta nel polar jet stream. Quindi per me il persistere del presente regime climatico è dovuto a ciò.Last edited by Massimo M.; 27-01-2022, 19:58.
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Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave
Originariamente inviato da Massimo M. Visualizza il messaggioLa Nina favorisce la MJO nelle fasi 7 e 4 (https://agupubs.onlinelibrary.wiley....9/2019GL084683)
Lo schema MJO con Nina è riportato nell'ultima figura in basso a dx.
Questa è la previsione della MJO di oggi
Dopo essere stata a lungo esaltata nella fase 7 rientra nel cerchio e riparte nella 4.E' quindi evidente che la Nina sta dettando legge sulla mjo.
Dai precedenti post riportati nella discussione dovrebbe essere chiaro che la MJO plasma la Rossby del getto polare definendo con un arco la posizione dei promontori di HP e delle LP.
Una MJO bloccata comporta una circolazione bloccata o ripetitiva..
I getti in tropopausa oltre a ricevere energia dalla convezione delle basse latitudini oceaniche e da tutta la convezione troposferica specie delle zone equatoriali , dipendono anche dall'interazione con lo strato d'ozono e dalla sua sua posizione in ozonosfera, il che varia chimicamente la tropopausa e ne modifica il gradiente.
Giacché, sicuri che la variabilità circolatoria e di distribuzione in evoluzione della massa atmosferica nel macro areale euro atlantico dipenda solamente dalla variabilità calorifica del pacifico equatoriale ?
Non siamo le Americhe, siamo l'europa.
L'oceano di riferimento è il nord atlantico per noi, ogni variazione in seno al variare delle sst e a disposizione delle anomalie determinano per effetto il tempo atmosferico sul continente marittimo 😉
Liquidare la circolazione su larga scala con la varietà convettiva equatoriale pacifica a mio parere, fa parte di una visione parziale del sistema.
La "farfalla che non smette mai di sbattere le ali" docet...
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