Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave

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  • Massimo M.
    Socio Estremo Meteo4
    • Aug 2014
    • 9457

    #16
    Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave

    Originariamente inviato da Massimo M. Visualizza il messaggio
    Ma per capire meglio la propagazione delle onde planetarie dalla troposfera alla stratosfera è fondamentale il ruolo della circolazione stratosferica di Brewer-Dobson che di fatto definisce una circolazione meridiana a cella unica.
    Un modello semplice di questa circolazione, suggerito da Brewer (1949) e Dobson (1956), è formato da tre parti. La prima parte riguarda il movimento di sollevamento tropicale dalla troposfera alla stratosfera. La seconda parte è il trasporto orizzontale verso i poli che avviene in stratosfera. La terza parte riguarda i moti discendenti che avvengono sia alle medie latitudini sia nelle regioni polari, anche se tra le due zone ci sono importanti differenze. Nelle medie latitudini i moti discendenti riportano l’aria nella troposfera, mentre nelle latitudini polari l’aria viene condotta fino alla bassa stratosfera, dove si accumula.



    Questo modello spiega perché nei tropici l’aria è più povera di ozono rispetto alle latitudini polari, anche se la sorgente dell’ozono è ai tropici.
    L’aria che viene lentamente sollevata dalla troposfera tropicale alla stratosfera è molto secca (effetto di disidratazione per congelamento “freeze dried”) e con poco ozono. Questa circolazione di sollevamento tropicale della bassa stratosfera è piuttosto lenta, nell’ordine di 20-30 metri al giorno.
    L’ozono si genera comunque nella media stratosfera tropicale dall’interazione della radiazione solare UV con l’ossigeno molecolare. La massima densità di ozono si trova intorno ai 27 km.
    Giusto per capire la velocità di questa circolazione si evidenzia che per salire da 16 km (tropo-pausa tropicale) a circa 27 km l’aria impiega circa 6 mesi.
    Il meccanismo della circolazione di Brewer-Dobson è complesso e interessante. A prima vista, si potrebbe immaginare che la circolazione sia il risultato del riscaldamento solare nei tropici e dal raffreddamento nelle regioni polari che dovrebbe causare una grande ricircola tra equatore (aria calda che sale) e poli (aria fredda che scende). Mentre questo meccanismo con riscaldamento e raffreddamento si verifica effettivamente nella troposfera nella cella di Hadley, questa non è la ragione specifica che causa l’esistenza della circolazione di Brewer-Dobson.

    La circolazione DB è azionata dal breaking wave delle Rossby!!! Cioè quando la Rossby va in break avviene più o meno un processo simile alla cattura dell’aria nelle onde che frangono. Cioè dell’aria stratosferica viene intrappolata nella troposfera.



    Si tratta quindi di una circolazione ad impulsi cioè quando avviene il break la circolazione si mette in moto se non c’è break la circolazione è ferma. Il break agisce come il remo di una barca e ad ogni remata ne consegue un’accelerazione e poi una frenata. Quando un certo volume di aria stratosferica viene catturato dalla troposfera nelle medie latitudini uno stesso volume d'aria risale dalla troposfera tropicale ed entra in stratosfera.
    Quando va in break un’onda planetaria si manifesta quindi un forte squilibrio tra le medie latitudini ed i tropici che crea in risposta un’onda stratosferica che dalle aree tropicali si propaga verso le medie latitudini ed i poli.
    Una rosby planetaria stazionaria come quella pacifica è come un remo che attira verso di se l’aria stratosferica generando quindi un flusso d'aria stratosferica significativo che dall’equatore va verso il polo in area pacifica e che quindi crea un diplacement della struttura del VPS a partire delle quote più alte.



    Questo processo è inserito anche nel meccanismo di teleconessione tra l’attività tropicale la stabilità del VPS e lo stesso breaking wave delle onde planetarie.

    Riprendendo questa mia discussione ecco l'esempio lampante della circolazione BD. Nei prossimi giorni avverrà il riscaldamento della stratosfera polare e il raffreddamento di quella tropicale equatoriale.





    Il raffreddamento della stratosfera tropicale è dovuto all'accelerazione della circolazione BD.
    non dire gatto se non ce l'hai nel sacco

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    • Paolo
      Presidente
      • Jul 2006
      • 5718

      #17
      Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave

      Molto interessante, non nascondo che ho dei limiti nel capire tutti i passaggi ma grazie!
      Stazione Meteo a Piovezzano (VR) 160m www.meteocorne.it
      Stazione Meteo a Carezza (BZ) 1620m www.meteocarezza.it
      Stazione Meteo a Verona 68mwww.wunderground.com/dashboard/pws/IVERON49

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      • re laurino

        #18
        Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave

        Chapeau!!

        Comment

        • re laurino

          #19
          Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave

          Quindi dobbiamo aspettarci ino split del VP nei prossimi giorni?

          Comment

          • Massimo M.
            Socio Estremo Meteo4
            • Aug 2014
            • 9457

            #20
            Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave

            Originariamente inviato da re laurino Visualizza il messaggio
            Quindi dobbiamo aspettarci ino split del VP nei prossimi giorni?
            Per ora sembra displacement ma forse verso il 15 gennaio la struttura del VPS splitta... Per la retrogressione continentale in genere è meglio avere uno split
            non dire gatto se non ce l'hai nel sacco

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            • Angelo
              Consiglio direttivo
              • Jun 2006
              • 12323

              #21
              Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave

              Probabilmente fino all'ultimo non sarà chiaro se sarà split o meno, non mi stupirei se fosse una situazione ibrida non ben definita.
              Più importante sarà vedere la propagazione verso il basso, se avvererà (diamo per buono di si ad oggi) e con che velocità.
              Questa iniezione di vorticità negativa, cioè moto anticiclonico, oltre il circolo polare artico andrà chiaramente ad interagire con la situazione pre esistente in troposfera. Questa interazione ad oggi è impossibile da prevedere, si può andare dallo stravolgimento del quadro emisferico, alla semplice enfatizzazione di quello che già c'era. Le sfumature sono infinite e ad oggi non prevedibili.
              Tutto ciò premesso, meglio averlo che non averlo lo split

              In linea generale, il setting è già di un VPT debole, motivo per cui non mi aspetto chissà quale cambio di circolazione, spero solo che nel corso del mese di Gennaio, probabilmente secondi 15 giorni, ci sia un contributo più continentale e meno marittimo, in soldoni che finisca questo Autunno freddo ed inizi l'Inverno.
              Penso anche che in Febbraio avremo un rialzo della NAO e condizioni più stabili e miti, mi riesce difficile pensare a VPS debole a oltranza. Non dico che a Febbraio avremo un ESE cold, ma se dovessi puntare un euro per un superamento di una soglia a Febbraio, lo punterei sul +1.5 e non sul -3.
              https://www.meteoarena.com/

              Comment

              • Massimiliano
                Consiglio direttivo
                • Jul 2006
                • 23676

                #22
                Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave

                Originariamente inviato da Angelo Visualizza il messaggio
                Probabilmente fino all'ultimo non sarà chiaro se sarà split o meno, non mi stupirei se fosse una situazione ibrida non ben definita.
                Più importante sarà vedere la propagazione verso il basso, se avvererà (diamo per buono di si ad oggi) e con che velocità.
                Questa iniezione di vorticità negativa, cioè moto anticiclonico, oltre il circolo polare artico andrà chiaramente ad interagire con la situazione pre esistente in troposfera. Questa interazione ad oggi è impossibile da prevedere, si può andare dallo stravolgimento del quadro emisferico, alla semplice enfatizzazione di quello che già c'era. Le sfumature sono infinite e ad oggi non prevedibili.
                Tutto ciò premesso, meglio averlo che non averlo lo split

                In linea generale, il setting è già di un VPT debole, motivo per cui non mi aspetto chissà quale cambio di circolazione, spero solo che nel corso del mese di Gennaio, probabilmente secondi 15 giorni, ci sia un contributo più continentale e meno marittimo, in soldoni che finisca questo Autunno freddo ed inizi l'Inverno.
                Penso anche che in Febbraio avremo un rialzo della NAO e condizioni più stabili e miti, mi riesce difficile pensare a VPS debole a oltranza. Non dico che a Febbraio avremo un ESE cold, ma se dovessi puntare un euro per un superamento di una soglia a Febbraio, lo punterei sul +1.5 e non sul -3.
                Quoto tutto ed in parole povere o qualche minima decente di un inverno la vediamo dopo metà mese oppure ci attacchiamo al tram anche in questo inverno...
                ha sempre fatto caldo e ne farà di più!

                Comment

                • Angelo
                  Consiglio direttivo
                  • Jun 2006
                  • 12323

                  #23
                  Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave

                  Originariamente inviato da Massimiliano Visualizza il messaggio
                  Quoto tutto ed in parole povere o qualche minima decente di un inverno la vediamo dopo metà mese oppure ci attacchiamo al tram anche in questo inverno...
                  Beh nessuno ha la sfera di cristallo, dire come sarà Febbraio è impossibile, però si, se vogliamo fare qualche minima decente dobbiamo puntare tutto sulla seconda metà del mese, perchè del Febbrar non v'è certezza
                  Cmq sia, resta il fatto che a Verona non nevica con l'artica marittima se prima non c'è cuscino.
                  https://www.meteoarena.com/

                  Comment

                  • Marco C.
                    Consiglio direttivo
                    • Jun 2006
                    • 15660

                    #24
                    Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave

                    Comment

                    • Massimo M.
                      Socio Estremo Meteo4
                      • Aug 2014
                      • 9457

                      #25
                      Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave

                      La Nina favorisce la MJO nelle fasi 7 e 4 (https://agupubs.onlinelibrary.wiley....9/2019GL084683)

                      Lo schema MJO con Nina è riportato nell'ultima figura in basso a dx.



                      Questa è la previsione della MJO di oggi



                      Dopo essere stata a lungo esaltata nella fase 7 rientra nel cerchio e riparte nella 4.E' quindi evidente che la Nina sta dettando legge sulla mjo.

                      Dai precedenti post riportati nella discussione dovrebbe essere chiaro che la MJO plasma la Rossby del getto polare definendo con un arco la posizione dei promontori di HP e delle LP.

                      Una MJO bloccata comporta una circolazione bloccata o ripetitiva..
                      non dire gatto se non ce l'hai nel sacco

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                      • gianni
                        Utente Registrato
                        • Jul 2020
                        • 70

                        #26
                        Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave

                        Originariamente inviato da Massimo M. Visualizza il messaggio
                        La Nina favorisce la MJO nelle fasi 7 e 4 (https://agupubs.onlinelibrary.wiley....9/2019GL084683)

                        Lo schema MJO con Nina è riportato nell'ultima figura in basso a dx.



                        Questa è la previsione della MJO di oggi



                        Dopo essere stata a lungo esaltata nella fase 7 rientra nel cerchio e riparte nella 4.E' quindi evidente che la Nina sta dettando legge sulla mjo.

                        Dai precedenti post riportati nella discussione dovrebbe essere chiaro che la MJO plasma la Rossby del getto polare definendo con un arco la posizione dei promontori di HP e delle LP.

                        Una MJO bloccata comporta una circolazione bloccata o ripetitiva..

                        I getti in tropopausa oltre a ricevere energia dalla convezione delle basse latitudini oceaniche e da tutta la convezione troposferica specie delle zone equatoriali , dipendono anche dall'interazione con lo strato d'ozono e dalla sua sua posizione in ozonosfera, il che varia chimicamente la tropopausa e ne modifica il gradiente.
                        Giacché, sicuri che la variabilità circolatoria e di distribuzione in evoluzione della massa atmosferica nel macro areale euro atlantico dipenda solamente dalla variabilità calorifica del pacifico equatoriale ?
                        Non siamo le Americhe, siamo l'europa.
                        L'oceano di riferimento è il nord atlantico per noi, ogni variazione in seno al variare delle sst e a disposizione delle anomalie determinano per effetto il tempo atmosferico sul continente marittimo 😉
                        Liquidare la circolazione su larga scala con la varietà convettiva equatoriale pacifica a mio parere, fa parte di una visione parziale del sistema.
                        La "farfalla che non smette mai di sbattere le ali" docet...

                        Comment

                        • Massimo M.
                          Socio Estremo Meteo4
                          • Aug 2014
                          • 9457

                          #27
                          Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave

                          Originariamente inviato da gianni Visualizza il messaggio
                          I getti in tropopausa oltre a ricevere energia dalla convezione delle basse latitudini oceaniche e da tutta la convezione troposferica specie delle zone equatoriali , dipendono anche dall'interazione con lo strato d'ozono e dalla sua sua posizione in ozonosfera, il che varia chimicamente la tropopausa e ne modifica il gradiente.
                          L'ozono si trova in bassa e media stratosfera. Le onde di Rossby sono onde gravitazionali che, come l'onda causata dall'eruzione del vulcano Tonga, si muovono sull'interfaccia della tropopausa e quindi in un ambiente dove la concentrazione di ozono è residuale.

                          Per quel poco che ho imparato è il breaking wave della Rossby che influenza la presenza di ozono alle medie latitudini e non il viceversa, in quanto la rottura dell'onda rappresenta il principale motore della circolazione di Brewer-Dobson. L'ozono più che influenzare la Rossby rappresenta la traccia dove si manifesta il breaking wave. Elevate concentrazioni di ozono in un'area alle medie latidudini significa che in quella zona è attivo e forte il breaking wave.

                          Se hai qualche articolo che spiega l'influenza dell'ozono sulla Rossby sono sempre ben disposto a studiare

                          Originariamente inviato da gianni Visualizza il messaggio
                          Giacché, sicuri che la variabilità circolatoria e di distribuzione in evoluzione della massa atmosferica nel macro areale euro atlantico dipenda solamente dalla variabilità calorifica del pacifico equatoriale ?
                          Non siamo le Americhe, siamo l'europa.
                          La domanda di bussy75 era "il perché del persistere,anche in maniera logorroica...di questi pattern". La mia risposta è "il principale elemento sospetto di colpevolezza". Quindi parlo di principale non unico... L'articolo che ho postato si intitola "ENSO Modulation of MJO Teleconnections to the North Atlantic and Europe".

                          La convenzione pacifica produce una successione di zone di convergenza e divergenza secondo lo schema



                          Il blocco della convezione produce di fatto un blocco dell'ondulazione indotta nel polar jet stream. Quindi per me il persistere del presente regime climatico è dovuto a ciò.
                          Last edited by Massimo M.; 27-01-2022, 18:58.
                          non dire gatto se non ce l'hai nel sacco

                          Comment

                          • Massimo M.
                            Socio Estremo Meteo4
                            • Aug 2014
                            • 9457

                            #28
                            Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave

                            Ora che la MJO molla la fase 7 e si porta in fase 4, si apre la speranza di una modifica del regime climatico nel mediterraneo centrale. In tal senso le emissioni odierne sia di GFS che ECW fanno sperare ad uno sblocco atlantico
                            non dire gatto se non ce l'hai nel sacco

                            Comment

                            • gianni
                              Utente Registrato
                              • Jul 2020
                              • 70

                              #29
                              Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave

                              Originariamente inviato da Massimo M. Visualizza il messaggio
                              L'ozono si trova in bassa e media stratosfera. Le onde di Rossby sono onde gravitazionali che, come l'onda causata dall'eruzione del vulcano Tonga, si muovono sull'interfaccia della tropopausa e quindi in un ambiente dove la concentrazione di ozono è residuale.

                              Per quel poco che ho imparato è il breaking wave della Rossby che influenza la presenza di ozono alle medie latitudini e non il viceversa, in quanto la rottura dell'onda rappresenta il principale motore della circolazione di Brewer-Dobson. L'ozono più che influenzare la Rossby rappresenta la traccia dove si manifesta il breaking wave. Elevate concentrazioni di ozono in un'area alle medie latidudini significa che in quella zona è attivo e forte il breaking wave.

                              Se hai qualche articolo che spiega l'influenza dell'ozono sulla Rossby sono sempre ben disposto a studiare


                              La domanda di bussy75 era "il perché del persistere,anche in maniera logorroica...di questi pattern". La mia risposta è "il principale elemento sospetto di colpevolezza". Quindi parlo di principale non unico... L'articolo che ho postato si intitola "ENSO Modulation of MJO Teleconnections to the North Atlantic and Europe".

                              La convenzione pacifica produce una successione di zone di convergenza e divergenza secondo lo schema



                              Il blocco della convezione produce di fatto un blocco dell'ondulazione indotta nel polar jet stream. Quindi per me il persistere del presente regime climatico è dovuto a ciò.
                              Buongiorno Massimo !

                              Ti lascio i link riguardo ai studi sopra nominati

                              26 November 2020 / Kiel. Ozone in the stratosphere not only protects life on earth from dangerous UV radiation. It can also influence the dynamics of the atmosphere and thus ultimately the weather in the lowest layer of the atmosphere, the troposphere. A new study conducted by the GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research Kiel now shows that a precise but also complex calculation of ozone concentrations in atmosphere-ocean models is necessary to be able to understand changes of the jet stream in the Southern Hemisphere. The results have now been published in the international journal Atmospheric Chemistry and Physics.


                              Abstract. Southern Hemisphere lower-stratospheric ozone depletion has been shown to lead to a poleward shift of the tropospheric jet stream during austral summer, influencing surface atmosphere and ocean conditions, such as surface temperatures and sea ice extent. The characteristics of stratospheric and tropospheric responses to ozone depletion, however, differ among climate models depending on the representation of ozone in the models. The most appropriate way to represent ozone in a model is to calculate it interactively. However, due to computational costs, in particular for long-term coupled ocean–atmosphere model integrations, the more common way is to prescribe ozone from observations or calculated model fields. Here, we investigate the difference between an interactive and a specified chemistry version of the same atmospheric model in a fully coupled setup using a nine-member chemistry–climate model ensemble. In the specified chemistry version of the model the ozone fields are prescribed using the output from the interactive chemistry model version. We use daily resolved ozone fields in the specified chemistry simulations to achieve a very good comparability between the ozone forcing with and without interactive chemistry. We find that although the shortwave heating rate trend in response to ozone depletion is the same in the different chemistry settings, the interactive chemistry ensemble shows a stronger trend in polar cap stratospheric temperatures (by about 0.7 K decade−1) and circumpolar stratospheric zonal mean zonal winds (by about 1.6 m s−1 decade−1 as compared to the specified chemistry ensemble. This difference between interactive and specified chemistry in the stratospheric response to ozone depletion also affects the tropospheric response. However, an impact on the poleward shift of the tropospheric jet stream is not detected. We attribute part of the differences found in the experiments to the missing representation of feedbacks between chemistry and dynamics in the specified chemistry ensemble, which affect the dynamical heating rates, and part of it to the lack of spatial asymmetries in the prescribed ozone fields. This effect is investigated using a sensitivity ensemble that was forced by a three-dimensional instead of a two-dimensional ozone field. This study emphasizes the value of interactive chemistry for the representation of the Southern Hemisphere stratospheric-jet response to ozone depletion and infers that for periods with strong ozone variability (trends) the details of the ozone forcing could also have an influence on the representation of southern-hemispheric climate variability.


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                              • Massimo M.
                                Socio Estremo Meteo4
                                • Aug 2014
                                • 9457

                                #30
                                Re: Relazioni VPT-VPS, onde planetarie e Rossby breaking wave

                                Originariamente inviato da gianni Visualizza il messaggio
                                Buongiorno Massimo !

                                Ti lascio i link riguardo ai studi sopra nominati

                                26 November 2020 / Kiel. Ozone in the stratosphere not only protects life on earth from dangerous UV radiation. It can also influence the dynamics of the atmosphere and thus ultimately the weather in the lowest layer of the atmosphere, the troposphere. A new study conducted by the GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research Kiel now shows that a precise but also complex calculation of ozone concentrations in atmosphere-ocean models is necessary to be able to understand changes of the jet stream in the Southern Hemisphere. The results have now been published in the international journal Atmospheric Chemistry and Physics.


                                Abstract. Southern Hemisphere lower-stratospheric ozone depletion has been shown to lead to a poleward shift of the tropospheric jet stream during austral summer, influencing surface atmosphere and ocean conditions, such as surface temperatures and sea ice extent. The characteristics of stratospheric and tropospheric responses to ozone depletion, however, differ among climate models depending on the representation of ozone in the models. The most appropriate way to represent ozone in a model is to calculate it interactively. However, due to computational costs, in particular for long-term coupled ocean–atmosphere model integrations, the more common way is to prescribe ozone from observations or calculated model fields. Here, we investigate the difference between an interactive and a specified chemistry version of the same atmospheric model in a fully coupled setup using a nine-member chemistry–climate model ensemble. In the specified chemistry version of the model the ozone fields are prescribed using the output from the interactive chemistry model version. We use daily resolved ozone fields in the specified chemistry simulations to achieve a very good comparability between the ozone forcing with and without interactive chemistry. We find that although the shortwave heating rate trend in response to ozone depletion is the same in the different chemistry settings, the interactive chemistry ensemble shows a stronger trend in polar cap stratospheric temperatures (by about 0.7 K decade−1) and circumpolar stratospheric zonal mean zonal winds (by about 1.6 m s−1 decade−1 as compared to the specified chemistry ensemble. This difference between interactive and specified chemistry in the stratospheric response to ozone depletion also affects the tropospheric response. However, an impact on the poleward shift of the tropospheric jet stream is not detected. We attribute part of the differences found in the experiments to the missing representation of feedbacks between chemistry and dynamics in the specified chemistry ensemble, which affect the dynamical heating rates, and part of it to the lack of spatial asymmetries in the prescribed ozone fields. This effect is investigated using a sensitivity ensemble that was forced by a three-dimensional instead of a two-dimensional ozone field. This study emphasizes the value of interactive chemistry for the representation of the Southern Hemisphere stratospheric-jet response to ozone depletion and infers that for periods with strong ozone variability (trends) the details of the ozone forcing could also have an influence on the representation of southern-hemispheric climate variability.


                                https://link.springer.com/article/10...01433811050021
                                L'ozono agisce con un riscaldamento della stratosfera per assorbimento degli UV, nelle aree in cui ovviamente è presente radiazione solare. Una mancanza di ozono produce un raffreddamento dello stratosfera e un riscaldamento della bassa troposfera. Negli primi due interessanti articoli che hai riportato si studiano gli effetti climatici di lungo periodo nel SH. Cioè il jet stream del SH climaticamente si è spostato verso il polo a causa dello squilibrio radiativo.

                                Nell’ultimo articolo si riporta come ho indicato gli effetti del jet stream sulle concentrazioni di ozono: “It is conjectured that the local ozone maximum and tropopause inversion layer may be associated with mixing processes in the layer where stratospheric and tropospheric circulation cells come into contact near the core of the subtropical jet stream.” Cioè I massimi di concentrazione di ozono si verificano nelle aree di breaking wave o surf zone. Questo perché la circolazione stratosferica di Brewer-Dobson viene ripresa con il frangere della Rossby che come un’onda marina cattura l’aria stratosferica e la riporta in troposfera. Nelle zone soggette ad alta frequenza e intensità del breaking wave converge il flusso stratosferico proveniente dalle zone equatoriali ricco di ozono.

                                A livello climatico le variazioni di ozono su grandi aree (tipo SH) hanno un impatto sul bilancio radiativo e rappresentano degli elementi in grado di modificare la posizione climatica del jet stream.

                                A livello meteorologico l’effetto dell’ozono è una forzante debole e comunque agisce solo dove è presente radiazione solare. La distribuzione attuale della concentrazione di ozono non è altro che la rappresentazione dello stato della circolazione di Brewer-Dobson.

                                Guardando la mappa delle anomalie attuali di ozono possiamo anche fare delle considerazioni:


                                • In area tropicale si nota un lieve deficit proprio nelle zone dove si è concentrata la MJO (fasi 6,7,8). Questo perché il flusso verticale che alimenta la circolazione di Brewer-Dobson è li e quindi l’ozono che si forma viene costantemente diluito da aria nuova che entra.
                                • In area polare NH vi è una carenza . Questo è normale anche in relazione al fatto che quest’anno non ci sono stati particolari intrusioni d’onda nel core polare
                                • Nella zona delle Azzorre c’è una concentrazione maggiore a testimonianza che l’onda planetaria atlantica W2 è stata vivace ma purtroppo bassa e quindi non intrusiva.
                                • Tra Siberia e Alsaska c’è un’altra zona di concentrazione dovuta all’attività della W1. In questo caso è stata intrusiva.
                                non dire gatto se non ce l'hai nel sacco

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