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Discussione: Il grande febbraio 1991

  1. #1
    Consiglio direttivo L'avatar di Massimiliano
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    Predefinito Il grande febbraio 1991

    Buon anno, magari ci sentiamo in settimana per bere qualcosa”, così iniziava il 1991, un anno dopo l’amaro mondiale di calcio in Italia. Non faceva freddo quella notte, anzi pareva quasi che l’inverno, dopo un dicembre secco ma invernale, avesse posto fine al suo percorso in modo molto anticipato. Max, tornava a casa dopo un capodanno come tanti, atteso dalla famiglia d’origine in quel buco caldo di piena pianura alle porte della città di Verona. I giorni successivi, Max tornava a lavorare nell’ azienda dei parenti, in un clima mite per il mese e decisamente umido. Le montagne tornarono a vedere un po' di neve a quote medio alte, in una stagione che vedeva il ritorno di un po' di dinamicità. Era una sera di metà mese, in una delle tv locali era giunta l’ora delle previsioni del tempo del mitico Emilio, Emilio Bellavite, noto meteorologo locale, “Sta per arrivare un’alta pressione direttamente dalla Scandinavia e porterà tempo stabile, dopo queste giornate di pioggia e umide ma con freddo, in special modo al mattino, quando ci saranno gelate, niente nebbia perché l’alta pressione contiene poca umidità, per cui la previsione è facile, cieli sereni e clima secco, freddo al mattino.” Quando qualcuno sa fare una previsione in genere non sbaglia e il nostro Emilio, non sbagliò da metà mese le condizioni mutarono proprio come aveva previsto. Un susseguirsi di giornate serene e fredde, con gelate continue e proprio come previsto senza nebbie. Una situazione dopo la dinamicità dei primi dieci giorni, di nuovo molto piatta ma pienamente invernale, così invernale che ora di questi tempi, ci basterebbe questo periodo, senza ciò che andremo a breve a raccontare. Intanto l’alta pressione iniziava il suo lavoro tra il 18 ed il 20 le massime del giorno superarono i 10° ma di notte le gelate furono persistenti, dando il via ad un filotto di gelo non indifferente. Il 23 la minima scendeva a -4,1° e -4,6° il giorno successivo, fino alla minima record del mese di -5,2° del 29, così anche le massime si accomodarono sotto i 10°, creando una decade decisamente fredda per il mese. Era una sera di fine mese quando il nostro Emilio fece crescere un senso di desiderio nascosto, un brivido da immaturi appassionati che stavano per vivere forse la più grande emozione meteo climatica della loro vita. “ La prossima settimana un blocco di aria gelida di lontana origine siberiana e artica, riuscirà ad entrare nel bacino del Mediterraneo, grazie all’azione dell’alta pressione che andrà a rinforzarsi in Scandinavia e si creerà una bassa pressione sul golfo ligure che attirerà altra aria gelida da est, portando così quasi certamente neve in pianura, una situazione rara per Verona e la nostra pianura che porterà molto gelo e tanta neve.” Il profeta aveva parlato dicendo ciò che sarebbe potuto accadere e mai la realtà fu così più vera della profezia. Martedì 5 febbraio, comincia una delle pagine più belle mai scritte dal clima per la nostra provincia, tutto quello stavamo aspettando stava arrivando, con una precisione da orologio svizzero, verso sera, una nevicata d’alta montagna con fiocchi secchi e perfetti nella loro forma, iniziarono ad imbiancare la nostra provincia, Cadidavid era bellissimo, un paese così poco divertente, così poco interessante, si ammantava di un bianco strato che cresceva lentamente in un clima di meravigliosa bellezza. Max era in piazza a godere di quella cosa con pochi amici, e tutto si fermava in istanti di stupore e malata gioia, difronte alla sacra natura che sapeva esprimere il meglio di sé in quella sera senza tempo. Forse non era nemmeno in grado di capire sino in fondo l’unicità di ciò che stava accadendo a quelle latitudini. Maestoso inverno, gelido, vero e nevoso. La neve cessò dopo aver creato un accumulo di 5 cm, lasciò spazio al vero gelo e la temperatura della notte calò a -8,7° mentre di giorno non superò mai i -4°. Vento gelido di bora spazzava la stretta via e al mattino si faticò ad aprire la porta che dava sul davanzale, ghiacciato ed innevato. Max ricorda la viuzza sotto, tutta innevata e gelata, in una situazione davvero straordinaria ma che era solo appena iniziata. Il bello stava per arrivare e giungeva giovedì 7 febbraio quando al mattino la temperatura scese al record assoluto del mese di -11,4° “Max apri la porta del poggiolo”, “Mamma non si apre è ghiacciata, non si apre proprio” “Vengo io con l’accendino” disse il padre…il cielo si presentava variabile ma la depressione sul ligure stava per attirare a sé l’aria gelida e umida da est e così nel pomeriggio la neve tornò sulla pianura, e fu a dir poco memorabile. Alla fine 15 nuovi cm trovarono spazio in quel paesino improvvisamente diventato e forse nel momento più gelido, il più caldo dei luoghi dove vivere un sogno. Una nevicata maestosa, che pareva non avere fine, in un clima siberiano che sembrava rendere gli istanti pari a quei momenti in cui tutto si può fare ma ove nessuno osi separare gli amanti. Caddero gli ultimi fiocchi nel cuore di quella gelida notte e il venerdì con un cielo nuvoloso, tutto sembrava essersi fermato, il manto accumulato era attorno ai 18 cm e sebbene per molti il problema era tornare alla normalità e alla vita, per pochi eletti, il problema era che quella cosa, sì quella cosa lì, purtroppo aveva le ore contate. Sabato 9 febbraio, cielo coperto si parte ancora con la neve ma come ben previsto, la lama più calda inizia ad erodere il gelo persistente e così la neve si trasforma in pioggia, sebbene nel pomeriggio, in un rigurgito di ritorno di fiamma, la neve tornò a cadere, accumulando ancora una volta qualche cm. Il grande freddo stava per concludersi per un mese che entrerà di diritto nella storia climatica d’Italia, I campionati di calcio delle categorie inferiori furono bloccati per 15 giorni a causa degli accumuli nevosi e del gelo che perdurò per almeno altri 10 giorni e che non permisero la fusione della neve. In ogni angolo del paese, sebbene ora diventato tutto grigio a causa della neve diventata sporca e della nebbia che era tornata, si potevano ammirare accumuli duri a lasciare spazio all’acqua. La fiaba del grande inverno stava per chiudersi ma la sensazione di ognuno di noi era che forse, si era vissuto in pochi giorni, ciò che ogni amante del gelo e della neve, vorrebbero vivere in vita e che questa storia non si sarebbe ripetuta.
    In memoria del grande gelo e della neve
    ha sempre fatto caldo e ne farà di più!

  2. #2
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    Predefinito Re: Il grande febbraio 1991

    Tratto dai miei ricordi.
    ha sempre fatto caldo e ne farà di più!

  3. #3
    Consiglio Direttivo L'avatar di ulisse
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    Predefinito Re: Il grande febbraio 1991

    Quote Originariamente inviato da Massimiliano Visualizza il messaggio
    Buon anno, magari ci sentiamo in settimana per bere qualcosa”, così iniziava il 1991, un anno dopo l’amaro mondiale di calcio in Italia. Non faceva freddo quella notte, anzi pareva quasi che l’inverno, dopo un dicembre secco ma invernale, avesse posto fine al suo percorso in modo molto anticipato. Max, tornava a casa dopo un capodanno come tanti, atteso dalla famiglia d’origine in quel buco caldo di piena pianura alle porte della città di Verona. I giorni successivi, Max tornava a lavorare nell’ azienda dei parenti, in un clima mite per il mese e decisamente umido. Le montagne tornarono a vedere un po' di neve a quote medio alte, in una stagione che vedeva il ritorno di un po' di dinamicità. Era una sera di metà mese, in una delle tv locali era giunta l’ora delle previsioni del tempo del mitico Emilio, Emilio Bellavite, noto meteorologo locale, “Sta per arrivare un’alta pressione direttamente dalla Scandinavia e porterà tempo stabile, dopo queste giornate di pioggia e umide ma con freddo, in special modo al mattino, quando ci saranno gelate, niente nebbia perché l’alta pressione contiene poca umidità, per cui la previsione è facile, cieli sereni e clima secco, freddo al mattino.” Quando qualcuno sa fare una previsione in genere non sbaglia e il nostro Emilio, non sbagliò da metà mese le condizioni mutarono proprio come aveva previsto. Un susseguirsi di giornate serene e fredde, con gelate continue e proprio come previsto senza nebbie. Una situazione dopo la dinamicità dei primi dieci giorni, di nuovo molto piatta ma pienamente invernale, così invernale che ora di questi tempi, ci basterebbe questo periodo, senza ciò che andremo a breve a raccontare. Intanto l’alta pressione iniziava il suo lavoro tra il 18 ed il 20 le massime del giorno superarono i 10° ma di notte le gelate furono persistenti, dando il via ad un filotto di gelo non indifferente. Il 23 la minima scendeva a -4,1° e -4,6° il giorno successivo, fino alla minima record del mese di -5,2° del 29, così anche le massime si accomodarono sotto i 10°, creando una decade decisamente fredda per il mese. Era una sera di fine mese quando il nostro Emilio fece crescere un senso di desiderio nascosto, un brivido da immaturi appassionati che stavano per vivere forse la più grande emozione meteo climatica della loro vita. “ La prossima settimana un blocco di aria gelida di lontana origine siberiana e artica, riuscirà ad entrare nel bacino del Mediterraneo, grazie all’azione dell’alta pressione che andrà a rinforzarsi in Scandinavia e si creerà una bassa pressione sul golfo ligure che attirerà altra aria gelida da est, portando così quasi certamente neve in pianura, una situazione rara per Verona e la nostra pianura che porterà molto gelo e tanta neve.” Il profeta aveva parlato dicendo ciò che sarebbe potuto accadere e mai la realtà fu così più vera della profezia. Martedì 5 febbraio, comincia una delle pagine più belle mai scritte dal clima per la nostra provincia, tutto quello stavamo aspettando stava arrivando, con una precisione da orologio svizzero, verso sera, una nevicata d’alta montagna con fiocchi secchi e perfetti nella loro forma, iniziarono ad imbiancare la nostra provincia, Cadidavid era bellissimo, un paese così poco divertente, così poco interessante, si ammantava di un bianco strato che cresceva lentamente in un clima di meravigliosa bellezza. Max era in piazza a godere di quella cosa con pochi amici, e tutto si fermava in istanti di stupore e malata gioia, difronte alla sacra natura che sapeva esprimere il meglio di sé in quella sera senza tempo. Forse non era nemmeno in grado di capire sino in fondo l’unicità di ciò che stava accadendo a quelle latitudini. Maestoso inverno, gelido, vero e nevoso. La neve cessò dopo aver creato un accumulo di 5 cm, lasciò spazio al vero gelo e la temperatura della notte calò a -8,7° mentre di giorno non superò mai i -4°. Vento gelido di bora spazzava la stretta via e al mattino si faticò ad aprire la porta che dava sul davanzale, ghiacciato ed innevato. Max ricorda la viuzza sotto, tutta innevata e gelata, in una situazione davvero straordinaria ma che era solo appena iniziata. Il bello stava per arrivare e giungeva giovedì 7 febbraio quando al mattino la temperatura scese al record assoluto del mese di -11,4° “Max apri la porta del poggiolo”, “Mamma non si apre è ghiacciata, non si apre proprio” “Vengo io con l’accendino” disse il padre…il cielo si presentava variabile ma la depressione sul ligure stava per attirare a sé l’aria gelida e umida da est e così nel pomeriggio la neve tornò sulla pianura, e fu a dir poco memorabile. Alla fine 15 nuovi cm trovarono spazio in quel paesino improvvisamente diventato e forse nel momento più gelido, il più caldo dei luoghi dove vivere un sogno. Una nevicata maestosa, che pareva non avere fine, in un clima siberiano che sembrava rendere gli istanti pari a quei momenti in cui tutto si può fare ma ove nessuno osi separare gli amanti. Caddero gli ultimi fiocchi nel cuore di quella gelida notte e il venerdì con un cielo nuvoloso, tutto sembrava essersi fermato, il manto accumulato era attorno ai 18 cm e sebbene per molti il problema era tornare alla normalità e alla vita, per pochi eletti, il problema era che quella cosa, sì quella cosa lì, purtroppo aveva le ore contate. Sabato 9 febbraio, cielo coperto si parte ancora con la neve ma come ben previsto, la lama più calda inizia ad erodere il gelo persistente e così la neve si trasforma in pioggia, sebbene nel pomeriggio, in un rigurgito di ritorno di fiamma, la neve tornò a cadere, accumulando ancora una volta qualche cm. Il grande freddo stava per concludersi per un mese che entrerà di diritto nella storia climatica d’Italia, I campionati di calcio delle categorie inferiori furono bloccati per 15 giorni a causa degli accumuli nevosi e del gelo che perdurò per almeno altri 10 giorni e che non permisero la fusione della neve. In ogni angolo del paese, sebbene ora diventato tutto grigio a causa della neve diventata sporca e della nebbia che era tornata, si potevano ammirare accumuli duri a lasciare spazio all’acqua. La fiaba del grande inverno stava per chiudersi ma la sensazione di ognuno di noi era che forse, si era vissuto in pochi giorni, ciò che ogni amante del gelo e della neve, vorrebbero vivere in vita e che questa storia non si sarebbe ripetuta.
    In memoria del grande gelo e della neve
    Bellissimo Maestro!!!! Eh già, il febbraio 91 fu veramente meraviglioso. Purtroppo temo che difficilmente si ripeterà na favola simile...

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    Se proprio volemo far calcossa femo del ben.De mal ghene' inbisogno intorno.
    MAI CA NEVEGA!!!!

  4. #4
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    Predefinito Re: Il grande febbraio 1991

    Grande Max, articolo stupendo cose impossibili da dimenticare, proprio come in questi giorni, solo che oggi erano oltre 13° di massima.
    storico dei miei dati su
    www.marcometeocerea.altervista.org

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