Sarebbe bello scrivere un articolo col vostro aiuto sulla meteorologia nella saggezza popolare, collegandola ai giorni nostri e cercando di dare delle spiegazioni.
Io ne ho già scritto una parte, aggiunte ..correzioni..critiche, tutto quel che può aiutare a migliorare l'articolo è ben accetto
In epoca moderna abbiamo a che fare con previsioni che riescono ad avere una certa precisione nel range dei tre giorni, e che riescono a dare un'indicazione del tempo che potrebbe fare nei prossimi dieci. Ci sono poi addirittura dei modelli che danno un'indicazione su certi parametri dell'atmosfera livello stagionale, cioè per i prossimi 3 mesi.
Una volta questi mezzi di previsione non esistevano e per questo motivo nella saggezza popolare si sono tramandati detti più o meno veritieri che vorrebbero essere una previsione.
-Gennaio , sotto la neve il pane, sotto l'acqua fame: questo proverbio si potrebbe spiegare nel fatto che i nostri avi sapevano che prima o poi il freddo avrebbe colpito, perciò ad un gennaio mite avrebbe potuto fare seguito una primavera fredda che avrebbe rovinato i raccolti.
-"A la Candelora da l'inverno semo fora, ma se piove e tira vento da l'inverno semo dentro", ne esistono altri che comunque esprimono il contrario: la spiegazione di questo proverbio va ricercata nel fatto che la gente sapeva che il 2 febbraio è troppo presto per chiamarsi fuori dalla stagione invernale.
-"la batùa de San Giusepe", ovvero nella tradizione popolare è un ritorno di condizioni simil-invernali a cavallo tra la seconda e la terza decade di marzo: la spiegazione di questo detto va ricercata nelle condizioni in cui versa il primo mese di primavera meteorologica, cioè marzo , capace di darci giornate miti ma che in prestezza può farci riassaporare l'inverno appena trascorso
-"A marso ogni mato va descalso!", ovvero solo i matti possono camminare scalzi in un mese ancora sostanzialmente freddo.
-"Aprile non ti scoprire" e "Maggio va adagio" sono altri due detti che indicavano le insidie della stagione primaverile
- "O piove dae palme, o piove sui ovi". Anche questo detto indica nella saggezza popolare le insidie che può avere la primavera, un monito se il giorno delle palme c'è il sole, una speranza per il bel tempo pasquale se nel giorno delle palme vediamo piovere.
-"Santa Bibiana, quaranta dì e na setimana". I nostri avi, in mancanza di previsioni sulla stagione invernale si attaccavano a questo detto che in sostanza diceva che il tempo che fa il giorno di Santa Bibiana ce lo porteremo dietro per oltre 40 giorni, cioè per metà della stagione invernale in sostanza.
-"Rosso di sera bel tempo si spera" e ancora "el sole va basso in sacco, brutto segno". In questi casi la saggezza popolare cercava di stilare una previsione per il giorno successivo in base a come tramontava il sole, con cielo rosso una speranza di beltempo, con sole che tramonta dietro le nuvole possibili avvisaglie di pioggia per l'indomani.
Io ne ho già scritto una parte, aggiunte ..correzioni..critiche, tutto quel che può aiutare a migliorare l'articolo è ben accetto
In epoca moderna abbiamo a che fare con previsioni che riescono ad avere una certa precisione nel range dei tre giorni, e che riescono a dare un'indicazione del tempo che potrebbe fare nei prossimi dieci. Ci sono poi addirittura dei modelli che danno un'indicazione su certi parametri dell'atmosfera livello stagionale, cioè per i prossimi 3 mesi.
Una volta questi mezzi di previsione non esistevano e per questo motivo nella saggezza popolare si sono tramandati detti più o meno veritieri che vorrebbero essere una previsione.
-Gennaio , sotto la neve il pane, sotto l'acqua fame: questo proverbio si potrebbe spiegare nel fatto che i nostri avi sapevano che prima o poi il freddo avrebbe colpito, perciò ad un gennaio mite avrebbe potuto fare seguito una primavera fredda che avrebbe rovinato i raccolti.
-"A la Candelora da l'inverno semo fora, ma se piove e tira vento da l'inverno semo dentro", ne esistono altri che comunque esprimono il contrario: la spiegazione di questo proverbio va ricercata nel fatto che la gente sapeva che il 2 febbraio è troppo presto per chiamarsi fuori dalla stagione invernale.
-"la batùa de San Giusepe", ovvero nella tradizione popolare è un ritorno di condizioni simil-invernali a cavallo tra la seconda e la terza decade di marzo: la spiegazione di questo detto va ricercata nelle condizioni in cui versa il primo mese di primavera meteorologica, cioè marzo , capace di darci giornate miti ma che in prestezza può farci riassaporare l'inverno appena trascorso
-"A marso ogni mato va descalso!", ovvero solo i matti possono camminare scalzi in un mese ancora sostanzialmente freddo.
-"Aprile non ti scoprire" e "Maggio va adagio" sono altri due detti che indicavano le insidie della stagione primaverile
- "O piove dae palme, o piove sui ovi". Anche questo detto indica nella saggezza popolare le insidie che può avere la primavera, un monito se il giorno delle palme c'è il sole, una speranza per il bel tempo pasquale se nel giorno delle palme vediamo piovere.
-"Santa Bibiana, quaranta dì e na setimana". I nostri avi, in mancanza di previsioni sulla stagione invernale si attaccavano a questo detto che in sostanza diceva che il tempo che fa il giorno di Santa Bibiana ce lo porteremo dietro per oltre 40 giorni, cioè per metà della stagione invernale in sostanza.
-"Rosso di sera bel tempo si spera" e ancora "el sole va basso in sacco, brutto segno". In questi casi la saggezza popolare cercava di stilare una previsione per il giorno successivo in base a come tramontava il sole, con cielo rosso una speranza di beltempo, con sole che tramonta dietro le nuvole possibili avvisaglie di pioggia per l'indomani.
Comment