GENNAIO:
Gelido mese invernale che segna un record assoluto di permanenza di neve a terra,ben 40 giorni senza fusione se non in minima parte, nell’ultima fase torna la neve in montagna. Termina di oltre 1° sotto media e con la metà delle precipitazioni medie.

Tanto per citare alcuni dati se considerassimo il mese dal 13 dicembre al 13 gennaio,sarebbe il più freddo in assoluto dal dopoguerra per la nostra città. La neve a terra ghiacciata,pur subendo minime fusioni,rimane tale fino al 23 del mese,pertanto 40 giorni di permanenza che sono riconosciuti come record assoluto sempre per Verona dal 1946,infine ghiaccia a tratti l’Adige fenomeno molto raro che prima di quest’occasione capitò nel 1985. Durante i primi giorni dell’anno resiste l’alta pressione sempre posizionata sulla Gran Bretagna,posizione che continua a favorire discese artiche sul bordo orientale che ora vanno a concludersi sulla Turchia e la Grecia. Le nostre zone restano coperte e con cieli sereni e proprio questo favorisce il mantenimento della sacca gelida nei bassi strati,il 2 si scende fino a -7,4° valore minimo del mese. Le lastre di ghiaccio presenti all’ombra resistono senza cenno di fusione in un clima surreale nel bel mezzo di un vero gelido inverno, fino alla conclusione della decade, l’alta pressione non si muove dalla sua locazione e pertanto tutto rimane statico ed il ghiaccio non molla la presa. All’inizio della seconda parte,qualcosa cambia a livello barico,l’alta scende di latitudine e stavolta copre in pieno il mediterraneo,in tal modo aumenta l’umidità nei bassi strati, attenzione perché il giorno 15 giunge aria di bora ulteriormente gelida per una stagione senza fine, porta bora scura e cade qualche fiocco di neve,prima che tutto il sistema vada ad interessare le zone centro meridionali della nazione. L’eredità altro non fa che accentuare il freddo esistente,creando una nebbia fitta e così torna la galaverna e si sfondano di nuovo i -6° durante la notte. Le lastre ghiacciate hanno però ormai le ore contate e così il 23 dopo 40 giorni di assedio,il ghiaccio fonde completamente sotto la pioggia in arrivo,grazie ad una perturbazione atlantica che rimescola gli strati bassi dell’atmosfera e ha se non altro il merito di riportare la neve in montagna che accumula maggiormente il giorno dopo. Il mese chiude con l’arrivo di un’alta pressione subtropicale che mitiga definitivamente il grande inverno che fino a questo momento per le zone di pianura è stato indimenticabile.
Gelido mese invernale che segna un record assoluto di permanenza di neve a terra,ben 40 giorni senza fusione se non in minima parte, nell’ultima fase torna la neve in montagna. Termina di oltre 1° sotto media e con la metà delle precipitazioni medie.

Tanto per citare alcuni dati se considerassimo il mese dal 13 dicembre al 13 gennaio,sarebbe il più freddo in assoluto dal dopoguerra per la nostra città. La neve a terra ghiacciata,pur subendo minime fusioni,rimane tale fino al 23 del mese,pertanto 40 giorni di permanenza che sono riconosciuti come record assoluto sempre per Verona dal 1946,infine ghiaccia a tratti l’Adige fenomeno molto raro che prima di quest’occasione capitò nel 1985. Durante i primi giorni dell’anno resiste l’alta pressione sempre posizionata sulla Gran Bretagna,posizione che continua a favorire discese artiche sul bordo orientale che ora vanno a concludersi sulla Turchia e la Grecia. Le nostre zone restano coperte e con cieli sereni e proprio questo favorisce il mantenimento della sacca gelida nei bassi strati,il 2 si scende fino a -7,4° valore minimo del mese. Le lastre di ghiaccio presenti all’ombra resistono senza cenno di fusione in un clima surreale nel bel mezzo di un vero gelido inverno, fino alla conclusione della decade, l’alta pressione non si muove dalla sua locazione e pertanto tutto rimane statico ed il ghiaccio non molla la presa. All’inizio della seconda parte,qualcosa cambia a livello barico,l’alta scende di latitudine e stavolta copre in pieno il mediterraneo,in tal modo aumenta l’umidità nei bassi strati, attenzione perché il giorno 15 giunge aria di bora ulteriormente gelida per una stagione senza fine, porta bora scura e cade qualche fiocco di neve,prima che tutto il sistema vada ad interessare le zone centro meridionali della nazione. L’eredità altro non fa che accentuare il freddo esistente,creando una nebbia fitta e così torna la galaverna e si sfondano di nuovo i -6° durante la notte. Le lastre ghiacciate hanno però ormai le ore contate e così il 23 dopo 40 giorni di assedio,il ghiaccio fonde completamente sotto la pioggia in arrivo,grazie ad una perturbazione atlantica che rimescola gli strati bassi dell’atmosfera e ha se non altro il merito di riportare la neve in montagna che accumula maggiormente il giorno dopo. Il mese chiude con l’arrivo di un’alta pressione subtropicale che mitiga definitivamente il grande inverno che fino a questo momento per le zone di pianura è stato indimenticabile.
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