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Mappatura delle zone fredde da inversione nella pianura e valli pedemontane
Ottima rappresentazione Simone !!! E' stata lunga ma alla fine siamo riusciti a fare tutte e due le zone.
Circa la zona dalla Spianà pensavo di trovare le punte più basse nella zona aperta che passa tra i campi ma evidentemente la massicciata a sud oltre che essere il punto più basso costituisce un baluardo che contribuisce a mantenere l'aria molto fredda anche durante le ore diurne.
Circa Corte Molon mi sono tolto il dubbio che la l'area più fredda non coincide proprio con il lungadige e che il letto del fiume non è di per sè l'unico "motore del frigorifero". Il punto più freddo è più all'interno proprio lì quelli dell'ARPAV hanno piazzato la loro stazione. In questo caso stranamente le punte più basse sono nella zona centrale che oltrettuto è anche leggermente rilevata rispetto alla fascia a ridosso del fiume. Concorre anche la vegetazione ? (campi alternati a boschetti radi e non troppo fitti?).
Invece conferma assoluta che il terrapieno della tangenziale è determinante sul definire il confine in modo netto ad est, ma è solo il lato più stretto e non determinante ai fini del potenziale che esprime l'intera area.
Le rilevazioni sul confine nord ossia sulla s.s. 12 non hanno molto senso. Intanto è impossibile fare un rilevamento con criterio omogeneo visto il traffico intenso e veloce. Secondo in questi ultimi anni intorno alla statale si è svilupata parecchia urbanizzazione.
Probabile interessamento invece di una fascia anche oltre il fiume direi dalla diga del Chievo lungo il percorso della ciclabile che va al Saval - B.Milano. Anche qui difficile da verificare.
Adesso aspettiamo il dato valido della minima notturna della stazione ARPAV per vedere come si è conclusa la notte ...
Prossima tappa "Cengia" Pedemonte.
An ooook.. La zona comunque si chiama spianà perché fu spianata tutta la zona antistante ai bastioni (circa 1 km) per poter vedere il nemico arrivare...
-8.3°C la minima a corte molon per la stazione arpav...
Se non ricordo male il -6.5° che abbiamo visto lì alla centralina era intorno alle 00.30. Ottima performance ..con questa 9 minime oltre i -8,0° di cui 3 oltre oltre i -10,0°.
Se non ricordo male il -6.5° che abbiamo visto lì alla centralina era intorno alle 00.30. Ottima performance ..con questa 9 minime oltre i -8,0° di cui 3 oltre oltre i -10,0°.
Ottima rappresentazione Simone !!! E' stata lunga ma alla fine siamo riusciti a fare tutte e due le zone.
Circa la zona dalla Spianà pensavo di trovare le punte più basse nella zona aperta che passa tra i campi ma evidentemente la massicciata a sud oltre che essere il punto più basso costituisce un baluardo che contribuisce a mantenere l'aria molto fredda anche durante le ore diurne.
Circa Corte Molon mi sono tolto il dubbio che la l'area più fredda non coincide proprio con il lungadige e che il letto del fiume non è di per sè l'unico "motore del frigorifero". Il punto più freddo è più all'interno proprio lì quelli dell'ARPAV hanno piazzato la loro stazione. In questo caso stranamente le punte più basse sono nella zona centrale che oltrettuto è anche leggermente rilevata rispetto alla fascia a ridosso del fiume. Concorre anche la vegetazione ? (campi alternati a boschetti radi e non troppo fitti?).
Invece conferma assoluta che il terrapieno della tangenziale è determinante sul definire il confine in modo netto ad est, ma è solo il lato più stretto e non determinante ai fini del potenziale che esprime l'intera area.
Le rilevazioni sul confine nord ossia sulla s.s. 12 non hanno molto senso. Intanto è impossibile fare un rilevamento con criterio omogeneo visto il traffico intenso e veloce. Secondo in questi ultimi anni intorno alla statale si è svilupata parecchia urbanizzazione.
Probabile interessamento invece di una fascia anche oltre il fiume direi dalla diga del Chievo lungo il percorso della ciclabile che va al Saval - B.Milano. Anche qui difficile da verificare.
Adesso aspettiamo il dato valido della minima notturna della stazione ARPAV per vedere come si è conclusa la notte ...
Prossima tappa "Cengia" Pedemonte.
Finalmente!!: bravi Simone e Alberto. apll
Però non soffermiamoci a fare considerazioni soltanto sulle zone contenute da argini, ferrovia ecc,. Sarebbe banale visto che siamo diventati ormai tutti esperti di doline e "laghi freddi", artificiali e non.. Più di una volta ho letto nelle vostre considerazioni la parola "stranamente"..ed è qui la parte più affascinante. Pensate se in ogni quartiere vi fossero decine di centraline meteo a norma, sembrerebbero tutte impazzite, e non certo per la diversa taratura..
L'aria è un pessimo conduttore di calore, di conseguenza soprattutto nelle prime ore della sera e fino a metà nottata in genere si creano delle vere e proprie bolle di aria fredda sopra le zone incolte e possibilmente con poca vegetazione arbustiva. Molto più velocemente di quanto avvenga nella zona cementata e urbanizzata.
Solo in un secondo momento queste bolle vengono a creare dei laghi d'aria fredda laddove la morfologia lo rende possibile.
C'è anche da dire che nella seconda parte della notte le differenze tra le varie zone vanno in parte a colmarsi (in un ordine del 50 - 70% a volte), a causa dell'aumento di spessore del cuscinetto d'aria fredda vicino al suolo che, prevaricando eventuali barriere più o meno artificiali, diventando più omogeneo.
Secondo me varrebbe la pena approfondire il monitoraggio urbano.
Scommetto che se a mezzanotte si andasse a fare un giretto in centro ne vedremmo delle belle.
Siamo una fluttuazione quantica del nulla, ma non ce ne dobbiamo vergognare.
Però non soffermiamoci a fare considerazioni soltanto sulle zone contenute da argini, ferrovia ecc,. Sarebbe banale visto che siamo diventati ormai tutti esperti di doline e "laghi freddi", artificiali e non.. Più di una volta ho letto nelle vostre considerazioni la parola "stranamente"..ed è qui la parte più affascinante. Pensate se in ogni quartiere vi fossero decine di centraline meteo a norma, sembrerebbero tutte impazzite, e non certo per la diversa taratura..
L'aria è un pessimo conduttore di calore, di conseguenza soprattutto nelle prime ore della sera e fino a metà nottata in genere si creano delle vere e proprie bolle di aria fredda sopra le zone incolte e possibilmente con poca vegetazione arbustiva. Molto più velocemente di quanto avvenga nella zona cementata e urbanizzata.
Solo in un secondo momento queste bolle vengono a creare dei laghi d'aria fredda laddove la morfologia lo rende possibile.
C'è anche da dire che nella seconda parte della notte le differenze tra le varie zone vanno in parte a colmarsi (in un ordine del 50 - 70% a volte), a causa dell'aumento di spessore del cuscinetto d'aria fredda vicino al suolo che, prevaricando eventuali barriere più o meno artificiali, diventando più omogeneo.
Secondo me varrebbe la pena approfondire il monitoraggio urbano.
Scommetto che se a mezzanotte si andasse a fare un giretto in centro ne vedremmo delle belle.
Servirebbe comunque almeno una centralina in ambiente urbano da poter prendere come riferimento per confrontare i dati delle sonde con una stazione fissa...
Re: Mappatura delle zone fredde da inversione nella pianura e valli pedemontane
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Al momento, come diceva Massimo, le minime si registrano nella bassa Val d'Illasi, la più riparata dalle brezze. La temperatura è stata presa alle ore 23 in località San Zeno di Colognola vicino al cimitero. Sacche fredde notevoli con differenze di 4-5 gradi in poche centinaia di metri.
Siamo una fluttuazione quantica del nulla, ma non ce ne dobbiamo vergognare.
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Al momento, come diceva Massimo, le minime si registrano nella bassa Val d'Illasi, la più riparata dalle brezze. La temperatura è stata presa alle ore 23 in località San Zeno di Colognola vicino al cimitero. Sacche fredde notevoli con differenze di 4-5 gradi in poche centinaia di metri.
Fornello e Sarmazza disturbate da brezza con temperature che al momento si mantengono sui 6 gradi..
Siamo una fluttuazione quantica del nulla, ma non ce ne dobbiamo vergognare.
Re: Mappatura delle zone fredde da inversione nella pianura e valli pedemontane
[emoji122] [emoji122] Sempre in prima linea Flavio... il foehn ha fatto fatica ad entrare al suolo a dispetto di tutte le previsioni che prevedevano una sventolata anche in pianura. Nella val d'illasi a Tregnago vedo UR ancora elevate segno del ristagno dell'aria. Il fatto che poche decine di metri sopra ci sia stata aria secca favonica può aver esaltato il raffreddamento...
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Re: Mappatura delle zone fredde da inversione nella pianura e valli pedemontane
Ecco qui gli effetti sulle colture di patate, viti e mais nelle zone di cologna, Zimella, Lonigo, meledo, Sarego Noventa vicentina... viti, soprattutto il prosecco andato completamente distrutto... x le patate, che coltivo personalmente, perdite minime del 50%...
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