DAL LIBRO DEL NOSTRO PRESIDENTE PAOLO DONA’: EVENTI METEOROLOGICI NEL VERONESE
7 febbraio 1803 – Nevicata copiosa.
“In questo giorno, alle ore sette dopo il mezzogiorno,ha cominciato a fioccar neve, moltobianca e assai grandemente. Ha seguitato tutta questa notte ed è venuta all’altezza di 19 oncie* in tutta questa notte. Vi sono molti uomini che non si ricordano di aver mai più visto in così breve tempo tanta neve come questa volta, che quasi fu dubitar che voglia star un pezzo e andar via e che l’inverno di quest’anno comincia adesso.”
MEMORIE DELL’ACCADEMIA DI VERONA VOLUME VII
“Febbraio. Dal 1 al 19 sfoggia continue aspre giornate, distinte con zero, o sotto, fino al nono grado li 7. Nella Gallizia, che non è poi gran fatto settentrionale, giunse al trentesimo, che fissa, e rende malleabile il mercurio. Quanto fu qui il freddo continuato, basta sapere che la media risultò - 0,12 , la quale non vi di prima d'ora. Squagliatasi la neve dianzi venuta, ne sopravvenne dell'altra, nel cominciar di questo, in sì gran copia , e per tanto spazio di tempo, che il dì e la notte delli 10 nevicava tuttavia forte, e diede pollici 4 d'acqua senza stilla di pioggia; e quello che fa maraviglia maggiore, esercitandosi l'anemoscopio sei volte di più dalla parte occidentale , che dal l' orientale, contro lo stile di tutte le burrasche nevose, e d'ogni stagione.”
“Va ora, e fidati dell'inverno, e lui rimetti i lavori, che si dovevano al dormito Agosto, e al mal vegliato Settembre. A che giovano i primi giorni di questo mese sereni, coperto il suolo, com' è, di neve (poichè raro è che si trovi chi ne voglia fare spalata ), e nevicando ai 5 più largamente? Che giova il 6 rischiarato dal sole, se il 7 minaccia neve novella, e
nevica già nell'ottavo all'altezza di ben 18 pollici? Tolto è omai ogni commercio. Il povero, che scaldasi alla giornata ì sterpi e spine raccolte, arde in questi giorni la suppellettile de' più vili strumenti. Il pastore si mangia gli agnelli prima, che le pecore partoriscano, per
supplire alla spesa del mantenerle. Sono esclusi dal campo per tutto il mese bovi e bobolci, l'agricoltura, quasi in nevoso carcere imprigionata, depone ogn'arte con l’arme sue, e quasi la meditazione de' suoi bisogni, disperata per molto tempo di provvedervi.”
STORIA DI VERONA DAL 1790 AL 1822
“Il 7 febraio la scena mutava: la neve cadeva in quantità straordinaria toccando in due giorni all'altezza di circa settanta centimetri, e seguivala un freddo intensissimo, causa di nuove miserie e di nuovo squallore (116). [(116) Diario De Scolari. Vedine la data. Alberti MS. p. 58.]”
7 febbraio 1803 – Nevicata copiosa.
“In questo giorno, alle ore sette dopo il mezzogiorno,ha cominciato a fioccar neve, moltobianca e assai grandemente. Ha seguitato tutta questa notte ed è venuta all’altezza di 19 oncie* in tutta questa notte. Vi sono molti uomini che non si ricordano di aver mai più visto in così breve tempo tanta neve come questa volta, che quasi fu dubitar che voglia star un pezzo e andar via e che l’inverno di quest’anno comincia adesso.”
MEMORIE DELL’ACCADEMIA DI VERONA VOLUME VII
“Febbraio. Dal 1 al 19 sfoggia continue aspre giornate, distinte con zero, o sotto, fino al nono grado li 7. Nella Gallizia, che non è poi gran fatto settentrionale, giunse al trentesimo, che fissa, e rende malleabile il mercurio. Quanto fu qui il freddo continuato, basta sapere che la media risultò - 0,12 , la quale non vi di prima d'ora. Squagliatasi la neve dianzi venuta, ne sopravvenne dell'altra, nel cominciar di questo, in sì gran copia , e per tanto spazio di tempo, che il dì e la notte delli 10 nevicava tuttavia forte, e diede pollici 4 d'acqua senza stilla di pioggia; e quello che fa maraviglia maggiore, esercitandosi l'anemoscopio sei volte di più dalla parte occidentale , che dal l' orientale, contro lo stile di tutte le burrasche nevose, e d'ogni stagione.”
“Va ora, e fidati dell'inverno, e lui rimetti i lavori, che si dovevano al dormito Agosto, e al mal vegliato Settembre. A che giovano i primi giorni di questo mese sereni, coperto il suolo, com' è, di neve (poichè raro è che si trovi chi ne voglia fare spalata ), e nevicando ai 5 più largamente? Che giova il 6 rischiarato dal sole, se il 7 minaccia neve novella, e
nevica già nell'ottavo all'altezza di ben 18 pollici? Tolto è omai ogni commercio. Il povero, che scaldasi alla giornata ì sterpi e spine raccolte, arde in questi giorni la suppellettile de' più vili strumenti. Il pastore si mangia gli agnelli prima, che le pecore partoriscano, per
supplire alla spesa del mantenerle. Sono esclusi dal campo per tutto il mese bovi e bobolci, l'agricoltura, quasi in nevoso carcere imprigionata, depone ogn'arte con l’arme sue, e quasi la meditazione de' suoi bisogni, disperata per molto tempo di provvedervi.”
STORIA DI VERONA DAL 1790 AL 1822
“Il 7 febraio la scena mutava: la neve cadeva in quantità straordinaria toccando in due giorni all'altezza di circa settanta centimetri, e seguivala un freddo intensissimo, causa di nuove miserie e di nuovo squallore (116). [(116) Diario De Scolari. Vedine la data. Alberti MS. p. 58.]”
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